Come sanno molti attenti osservatori, nel movimento cinquestelle esistono da qualche tempo due anime tra loro differenti e contrapposte. Tutto è iniziato alla fine dello scorso anno, quando è cambiato lo statuto e si è deciso di creare la carica di 'capo politico', modificando di fatto il celeberrimo 'non statuto' che ha regolato i pentastellati nei primi anni della loro esistenza.

All'anima governativa e fedele ai diktat di Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, si contrappone quella storica e integralista che le cronache politiche hanno identificato nell'esponente più rappresentativo, il neoeletto Presidente della Camera Roberto Fico.

Il Corriere della Sera ha provato a delineare il peso di queste due componenti nel nuovo gruppo parlamentare. Lo scopo, non dichiarato, è quello di cercare di comprendere quanti tra loro possono essere identificati tra i 'fedelissimi' a Luigi Di Maio e quanti possono essere, teoricamente, definiti 'oltranzisti' in previsione di ipotetici accordi di governo tra i Cinquestelle ed altre forze politiche.

Solo due terzi dei Cinquestelle i fedelissimi a Di Maio?

Per verificare questa 'teoria', il notista politico del Corriere ha analizzato le votazioni alla Camera per gli incarichi istituzionali avvenute lo scorso fine settimana, dove si sono sfidate con il voto segreto le due presunte 'anime' del movimento.

Su 200 deputati Cinquestelle partecipanti al voto, è stato notato che ben due volte chi ha vinto ha ricevuto 119 preferenze. E' accaduto con la elezione a questore di Riccardo Fraccaro, fedelissimo del capo politico Di Maio e con la vittoria al ballottaggio interno per la vice presidenza della Camera di Maria Edera Spadoni, contro l'"ortodosso" Giuseppe Brescia.

Secondo l'attento cronista del Corriere, ci sarebbero quindi una sessantina di deputati che, in futuro, potrebbero creare problemi se la linea di Luigi Di Maio non dovesse essere loro gradita. Si tratta ovviamente di supposizioni, in vista delle imminenti consultazioni che terrà il presidente Mattarella.

Interpellati dallo stesso cronista, i responsabili della comunicazione grillina hanno comunque smentito l'esistenza di due anime contrapposte, evidenziando quanto siano stati compatti i voti durante l'elezione dei presidenti di Camera e Senato avvenuti la scorsa settimana.

La prova della verità avverrà presumibilmente nelle prossime settimane se avverranno, come molti auspicano, accordi per costruire un'alleanza di governo. Solo in quel momento si potrà davvero dire che non esistono due anime differenti tra i nuovi eletti del movimento. Come si suol dire, ai posteri l'ardua sentenza.