Secondo giorno consecutivo di vertice bilaterale tra M5S e Lega nel palazzo del Pirellone di Milano. L’accordo sui circa 20 punti che andranno a far parte del contratto di governo giallo-verde è praticamente chiuso, restano solo da limare alcuni particolari. Buio pesto, invece, sui nomi dei futuri ministri e, soprattutto, del nuovo presidente del Consiglio, la cui lista dovrebbe essere presentata al Quirinale nei prossimi giorni. Nelle ultime ore, come riportano alcune indiscrezioni giornalistiche, i candidati alla poltrona di premier si sarebbero ridotti a 4, uno individuato da Matteo Salvini e gli altri tre da Luigi Di Maio.
Scopriamo i loro nomi, anche se non è assolutamente escluso che nessuno dei pretendenti riesca ad occupare Palazzo Chigi.
I 4 candidati premier di M5S e Lega
Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, la Lega di Matteo Salvini avrebbe già scelto il suo candidato premier favorito: si tratta di Michele Geraci, economista e professore di materie finanziarie in Cina e, dal 2008, a capo della sede cinese del Global Policy Institute di Londra. Il limite di Geraci, secondo i critici, sarebbe però quello di essere una personalità totalmente sconosciuta agli elettori italiani. Se è per questo, però, anche i tre nomi indicati dal M5S non è che siano così famosi tra gli italiani. È sempre il quotidiano diretto da Marco Travaglio a farne i nomi.
Il primo candidato di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi sarebbe Guido Tabellini, l’ex rettore dell’Università commerciale Luigi Bocconi di Milano, già indicato nei giorni scorsi come aspirante premier. Gli altri due nomi individuati dai pentastellati sarebbero quelli di Elisabetta Belloni (segretario generale della Farnesina, anche lei già finita nella rosa dei papabili presidenti del Consiglio) e quello di Giacinto Della Cananea (professore di Diritto Amministrativo nell’ateneo romano di Tor Vergata ed autore della prima relazione sui punti di programma in comune tra M5S e Lega).
I punti più importanti del contratto di governo
Nella giornata di oggi, domenica 13 maggio, viene chiusa la prima bozza di accordo sui punti principali del contatto di governo tra M5S e Lega. Le delegazioni dei due movimenti politici riunite al Pirellone di Milano (formate, rispettivamente, per il M5S da Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora, Rocco Casalino e Laura Castelli e per la Lega da Claudio Borghi, Roberto Calderoli, Armando Siri, Gian Marco Centinaio, Nicola Molteni e Giancarlo Giorgetti) hanno trovato la quadra su abolizione di pagelle fiscali, studi di settore e spesometro, sulla riforma a due aliquote dell’Irpef per favorire il ceto medio.
Via libera anche a nuove norme per disciplinare il conflitto di interessi, all’aumento delle pene per i reati di corruzione nella PA, all’aumento delle assunzioni nelle forze dell’ordine, alla difesa dell’ambiente attraverso il passaggio alle energie rinnovabili, all’identificazione e all’espulsione dei migranti clandestini, alla rinegoziazione dei trattati con l’Ue, al superamento della legge Fornero con l’introduzione di ‘quota 100’ per andare in pensione, all’esclusione del rito abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo, all’estensione della possibilità di ricorrere alla legittima difesa. Sul reddito di cittadinanza, infine, si parla di una sua applicazione ‘a tempo’.