Il presidente iraniano Rohani, che ha parlato in diretta tv subito dopo l'annuncio del presidente americano, ha ordinato al gruppo industriale che si occupa della ricerca nucleare (in questo momento solo per scopi pacifici) di tenersi pronto ad adottare misure successive, che, nel caso in cui si presentasse la necessità, porterebbe ad arricchire, "senza limitazioni", gli sforzi nucleari iraniani. Rohani ha detto che l'Iran si prenderà un paio di settimane per decidere quale risposta dare alla mossa americana. Ad ogni modo, assicura Teheran, l'accordo continuerà ad esistere tra l'Iran e gli altri cinque paesi firmatari.
L'Iran rispetterà i suoi impegni mentre si consulterà con le altre parti del trattato. Il presidente iraniano ha infine accusato Trump di condurre una guerra psicologica contro gli iraniani, ma il suo tentativo di piegare il paese attraverso l’utilizzo della pressione economica, non avrà successo.
Erdogan: le convenzioni internazionali vanno rispettate, gli USA hanno sbagliato
Erdogan ha detto di temere che possano esplodere nuove crisi nella regione a seguito della destabilizzante decisione americana. Il timore riguarda principalmente il fatto che la Turchia possa essere gravemente danneggiata da questa mossa. Inoltre, è stato un errore perché secondo il presidente turco, l’Iran avrebbe rispettato l'accordo.
Inoltre, arriva una non troppo velata critica verso le scelte di politica internazionale del presidente Trump: "Non è così che funziona il meccanismo internazionale", dice Erdogan. Le convenzioni internazionali non possono essere annullate in base ai cambiamenti dei governi, aggiunge. "Se un documento porta la firma di un paese, quel documento deve essere rispettato".
È la stessa critica mossa dagli oppositori interni di Trump: vengono meno la credibilità e la sicurezza degli USA, a fronte di un rischio di isolamento.
UE, Russia, Cina: salviamo l’accordo
L'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, ha commentato dicendo che l'accordo sul nucleare è valido per l'intera comunità internazionale e l'Unione è determinata a preservarlo.
Inoltre, si rivolge al popolo iraniano dicendo: "Fate in modo che nessuno lo smantelli, è uno dei più grandi obiettivi mai raggiunti dalla comunità internazionale". Lunedì si incontreranno i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna per cercare un modo per salvare l’accordo, che "non è ancora morto". Anche gli alleati iraniani si collocano nel gruppo di paesi che vuole preservare l’accordo. L’hanno fatto sapere sia Mosca che Pechino. Per i cinesi, inoltre, la scelta di Trump rischia di aprire un vaso di Pandora mettendo a rischio il multilateralismo globale.
La Russia, però, è la potenza che si è sbilanciata meno, forse per via della giornata particolare: il 9 maggio è il “Giorno della Vittoria”, si celebra la vittoria nella seconda guerra mondiale.
Sempre oggi, proprio in questa cornice, si incontrano Putin e Netanyahu. Israele è stato l’unico Paese a premere apertamente per l’uscita degli USA dall’accordo. Netanyahu avrà dunque il compito importante di rendere un po’ meno isolato il suo paese (mentre continuano a soffiare i venti di guerra). Nel frattempo, i parlamentari iraniani danno fuoco alle bandiere americane, e intonano il classico "Morte all’America".