Secondo rivelazioni della Nbc News una società di sicurezza israeliana avrebbe tentato di screditare alcuni dei funzionari che per l'amministrazione Obama avevano lavorato all'accordo P5+1 sul nucleare iraniano.

Screditare l'accordo

L'obiettivo sarebbe stato di screditare non solo quei funzionari, ma anche, per estensione, l'accordo medesimo, uno dei grandi successi del quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti e, quindi, per ciò stesso, una delle bestie nere del suo successore. E infatti, Donald Trump, tenendo fede agli impegni presi in campagna elettorale, ha da poco ritirato gli Stati Uniti dall'accordo, generando sconcerto, preoccupazione e resistenze da parte degli altri partecipanti al cosiddetto “Iran deal”, per esempio l'Unione Europea, il Regno Unito e la Francia.

Due anni di lavoro

Ricordiamo che per raggiungere il JCPOA, Joint Comprehensive Plan of Action, c'erano voluti due anni di lavoro. Alle trattative avevano preso parte i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, più la Germania e l'Unione Europea da una parte e naturalmente l'Iran dall'altra. L'accordo, siglato a Vienna nel 2015, toglieva alla Repubblica islamica pesanti sanzioni internazionali in cambio dell'impegno a porre uno stop al suo programma nucleare: Teheran si impegnava ad abbandonare ogni tentativo di creare un arsenale nucleare. La Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, AIEA, ha verificato sul campo che l'Iran tenesse fede agli impegni, ma evidentemente questo a Donald Trump non è bastato.

Gli spioni privati

Tra gli obiettivi della Black Cube, così si chiama la società israeliana, ci sarebbe stata la signora Rebecca Kahl, che nel maggio del 2017 ricevette una email da una certa Adriana Gavrilo. La Gavrilo sosteneva di lavorare per una società di investimenti londinese e scriveva che la sua società aveva intenzione di contribuire finanziariamente alla scuola pubblica di Washington in cui la Kahl manda la figlia.

“Non so come mi abbia trovata”, racconta la Kahl alla Nbc: “Non ero impiegata nella scuola e non comparivo sul suo sito web”. La Kahl rispose alla mail dando alla Gavrilo i recapiti degli amministratori della scuola, ma la risposta della sedicente Gavrilo fu che voleva avere contatti solo con la Kahl.

Al che Rebecca ne parlò con suo marito Colin, che era stato assistente del presidente Obama e consigliere per la sicurezza nazionale del vice presidente Biden.

Colin fu d'accordo con lei che nella faccenda c'era qualcosa di poco chiaro. Rebecca smise di rispondere e la cosa finì lì. Ebbene, un anno dopo viene fuori che i Kahl avevano ragione, a essere sospettosi.

S'è scoperto infatti che il nome Gavrilo è una falsa identità, una delle tante assunte da un agente della Black Cube, una ambigua società di sicurezza israeliana. Secondo documenti di cui la Nbc è venuta in possesso, la Black Cube si occuperebbe sostanzialmente di spionaggio industriale (in senso lato) e avrebbe legami col governo israeliano, nonché un dipartimento speciale dedicato a operazioni di tipo politico. Fondata nel 2011 da ex funzionari delle forze armate israeliane, la Black Cube mantiene strette relazioni con la comunità dell'intelligence israeliana e molti suoi agenti sono ex operativi del Mossad.

L'intento della Black Cube, nel contattare gli ex funzionari di Obama, era di procurarsi prove di eventuali comportamenti inappropriati, sia dal lato sessuale che finanziario, così da screditare il loro lavoro nel P5+1 e quindi l'accordo stesso. Un'altra vittima dei tentativi della Black Cube è stato Ben Rhodes, vice consigliere per la sicurezza nazionale sotto Obama, la cui moglie, Ann Norris, fu avvicinata da un agente della Black Cube riguardo a una consulenza per un presunto sceneggiato “politico” per la tv.

'Non c'entriamo nulla'

In una dichiarazione rilasciata alla Nbc, la Black Cube ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'affare dell'accordo sul nucleare iraniano. “Per fortuna – ha detto la Black Cube – sia il Mossad che la CIA sono perfettamente in grado di trattare l'accordo sul nucleare con l'Iran e altre questioni senza bisogno di alcun aiuto della Black Cube”.

Alla fine dei conti pare che l'attività della Black Cube non abbia dato alcun risultato. Sta di fatto, peraltro, che ai primi di maggio il presidente Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall'accordo iraniano, che lui ha sempre denunciato senza mezze misure come un cedimento a un nemico dichiarato dell'America (in una occasione ha definito l'accordo come “decaying and rotten”). Una decisione accolta con gran favore da Benjamin Netanyahu (“Una mossa storica”, ha detto il primo ministro di Israele), deliziato anche dalla decisione di Trump di trasferire l'ambasciata americana a Gerusalemme.