Si chiama “Contratto per il Governo del cambiamento” ed è il documento, la cui bozza da qualche giorno circola in rete e sui media, con il quale Movimento 5 Stelle e Lega mettono nero su bianco i provvedimenti che attueranno una volta formato il Governo guidato da loro. Un documento lungo 40 pagine e composto da 29 punti programmatici nei quali ci sono molti dei capisaldi della campagna elettorale dei due partiti. Provvedimenti e misure di interesse generale e molto attesi dai cittadini ma che lasciano tanti dubbi sulla loro fattibilità, soprattutto dal punto di vista delle coperture economiche.

Ecco quelli più rilevanti e le ipotesi di copertura come previsto dalle due Forze Politiche.

Pensioni e previdenza

Per le Pensioni minime, quelle più vicine alla soglia di povertà nascerà la pensione di cittadinanza, che prevede una erogazione economica ai pensionati con assegni inferiori a 780 euro. in pratica si erogherà la differenza tra la pensione percepita e la soglia di povertà che appunto è fissata a 780 euro. Per il capitolo pensioni e uscita dal lavoro invece, quota 100 e quota 41, con la prima misura che dovrebbe partire subito, almeno secondo le intenzioni dei due schieramenti. Si andrà in pensione quando età anagrafica e contribuzione previdenziale versata darà 100. Nessun limite di età per la pensione a lavoratori che raggiungono i 41 anni di contributi con la seconda misura.

Inoltre si rifinanzierà opzione donna, pensione anticipata tra 57 e 50 anni per le donne con 35 anni di contributi ma che accetteranno la pensione con il calcolo contributivo, perdendoci molto dal punto di vista dell’assegno che andranno a percepire. Come riportato da Sky Tg24, sull’argomento pensioni la sostenibilità economica di tutte queste lodevoli misure è tutta da trovare.

Tasse e condono

Non sarà propriamente la flat tax su cui si issava la campagna elettorale del Centrodestra e quindi della Lega, ma la misura ha fatto capolino nel contratto di Governo. Si ipotizza una riduzione delle aliquote che scenderanno a 2 (una del 20 ed una del 15%) ed i costi dell’operazione di taglio all’imposizione fiscale, secondo quando si apprende dalle indiscrezioni che fuoriescono dal tavolo di Governo, saranno colmati dal varo di un nuovo condono fiscale, definito “Pace Fiscale”.

In tema di condono, stavolta però legato ai debiti dello Stato e non a quello dei contribuenti, nessuna traccia della paventata richiesta di azzeramento del debito italiano verso la UE. Nessuna traccia anche dell’idea di uscire dall’Euro. In tema Europa infatti sembra prendere piede nel contratto, l’idea di chiedere a Bruxelles solo la revisione dei patti Europei e delle condizioni della moneta unica.

Reddito di cittadinanza posticipato

Nel contratto c’è anche il famoso reddito di cittadinanza, con 780 euro a soggetto beneficiario da percepire mentre si svolge un programma di formazione, riqualificazione e ricerca di lavoro in solido con i Centri per l’Impiego. Una operazione che permetterà ai Centri per l’Impiego di predisporre programmi personalizzati per ogni fruitore di questo incentivo al fine di trovargli fino a tre congrue proposte di lavoro in due anni.

Proposte di lavoro che non possono essere rifiutate per non subire la cancellazione del benefit. Il reddito di cittadinanza, vista anche l’imponenza di questa misura di contrasto alla povertà ed al disagio sociale e lavorativo, non dovrebbe partire prima del 2020.