Matteo Salvini, ministro dell'Interno e vicepresidente del nuovo Governo giallo-verde, che ha ottenuto la fiducia al Senato prima e alla Camera poi nelle giornate tra il 4 e il 6 giugno, sembra non aver dimenticato l'importanza della presenza sui social. Dopo essere stato indicato come il leader politico più seguito in Europa e definito da Maria De Filippi "geniale nella comunicazione", il ministro continua a partecipare alla vita digitale con toni che possono non essere adatti alla carica di estrema importanza che egli ricopre, ma che centrano sempre i suoi obbiettivi, tra i quali, si può azzardare a ipotizzare, figura l'aumento del consenso attorno alla sua persona.

Maroni, il ministro dell’Interno 'non deve fare grandi annunci e fare troppo il politico'

Di tutt'altro avviso è la linea politica di Roberto Maroni, ex-ministro dell'Interno leghista, il quale consiglia a Matteo Salvini la riservatezza nell'esplicazione dei suoi compiti per garantire la sicurezza della nazione. Dello stesso avviso è Marco Minniti, suo predecessore nel precedente governo Gentiloni. A tal proposito è infatti possibile notare una caratteristica fondamentale che ha accomunato, in larga parte, i precedenti ministri dell'Interno, ovvero un atteggiamento generalmente distaccato nei confronti dell'elettorato e una conseguente attenzione nelle esternazioni riguardanti le decisioni politiche.

Il leader della Lega, con l'autoproclamato governo del cambiamento, cambia le regole del gioco.

Matteo Salvini porta la politica nella quotidianità, in una eterna campagna elettorale

Post sulle (presunte) malefatte di immigrati e fotografie di una serata sul divano, queste immagini possono rappresentare gli estremi della vita social del ministro.

Ma ciò che a primo impatto può risultare una confusa bacheca dell'utente medio dei social network, si rivela invece essere una precisa strategia volta ad affermare e a far crescere la propria posizione politica. Ci sono alcuni punti chiave che possono essere ritrovati sui suoi profili. L'uso dei pronomi al fine di creare una netta distinzione tra "noi", i buoni, e "loro", i cattivi - come è ben visibile nel progetto "Noi con Salvini".

La costante richiesta agli elettori di essere partecipi delle sue azioni, con lo scopo di rafforzare il gruppo politico che lo circonda. L'istigazione di paure e problemi che solo il suo governo può eliminare.

Le conseguenze di tale approccio sono ben visibili già da ora, una eterna campagna elettorale che porta a creare attorno alla figura di Matteo Salvini una folla pronta a sostenerlo, indipendentemente dagli scandali che avvolgono il suo partito o dai limiti che vengono superati. Tale massa, creata ad hoc, viene alimentata ma è anche in grado di auto-alimentarsi grazie agli stessi social network che, come una cassa di risonanza, esasperano fake news e distorcono errate percezioni della realtà.

Il governo giallo-verde è appena nato e non è possibile dare un parere generale sulla somma delle politiche che verranno attuate dal ministro dell'Interno. Un giudizio però è lecito: una politica improntata sulla demagogia e sul populismo può dare inizialmente ottimi riscontri a chi la pratica, sul lungo periodo, invece, rispettare le tante promesse dichiarate diventa sempre più difficile e impone l'allontanamento dalle basi su cui poggia l'intera democrazia.