È passato quasi un anno da quel post su Facebook di metà agosto, nel quale Laura Boldrini, che all'epoca ricopriva la carica di presidente della Camera, annunciava di voler dare battaglia agli odiatori online che la perseguitavano con insulti e offese. L'hashtag #AdessoBasta divenne presto popolare e vennero a galla i nomi delle persone denunciate dalla deputata di Liberi e Uguali, stanca di ricevere minacce e attacchi spesso a sfondo sessuale. Boldrini si batte da tempo contro chi utilizza i social network per offendere e minacciare le persone.
I procedimenti giudiziari sono andati avanti in questo periodo e il Corriere della Sera con un articolo pubblicato oggi fa il punto della situazione.
Il sindaco leghista rinviato a giudizio
Laura Boldrini presentò querele su querele, a personaggi più o meno noti. Molte di queste indagini sono tuttora in corso, alcuni soggetti sono stati multati mentre altri dovranno andare a processo. La deputata, eletta a marzo con Liberi e Uguali dopo una legislatura da presidente della Camera, promette battaglia in nome delle persone che non riescono a reagire e difendersi dall'hate speech. Tutti i ricavati dei risarcimenti serviranno per finanziare progetti di educazione digitale per insegnare ai ragazzi come muoversi online.
Il sindaco della Lega di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Savona per diffamazione: si dovrà difendere dalle accuse di Boldrini il prossimo 17 settembre.
Mille euro di multa per insulti a Boldrini
Il tweet che mise nei guai il sindaco leghista l’estate scorsa riguardava lo stupro di Rimini.
Camiciottoli suggerì di dare gli arresti domiciliari a casa della Boldrini ai colpevoli del brutale atto. Un messaggio che non passò inosservato e che scatenò la reazione dell'ex presidente della Camera. Il sindaco, ad un anno di distanza, si mostra pentito e dichiara che la sua era una frase infelice e che vorrebbe incontrare la Boldrini e scusarsi personalmente con lei.
Potrà farlo tra due mesi in aula, quando incontrerà Laura Boldrini.
Dopo la sparatoria di Macerata, a Luca Traini fu suggerito da un certo Gianni di andare sotto casa della Boldrini e di gambizzarla. L'intervento di Gianni nel corso della trasmissione La Zanzara su Radio 24 gli costò una multa salatissima: quasi mille euro di sanzione.
Sempre riguardo ai fatti di Macerata, anche Fabrizio Bracconeri attaccò Boldrini su Twitter rea secondo lui di essere la responsabile dell'omicidio di Pamela e dei reati commessi dai clandestini. L'attore fu querelato poco dopo. La scorsa estate, dieci persone vennero denunciate per aver pubblicato una vignetta contro la ex portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati,
Boldrini esprime soddisfazione attraverso Twitter per le prime condanne: "Denunciare chi minaccia e diffama, alla fine paga", afferma.
La deputata, inoltre, afferma di essere vittima di una strategia Politica iniziata nel 2014 quando Beppe Grillo pubblicò un post sui social chiedendo ai militanti del Movimento che cosa farebbero in macchina con la Boldrini.
Il Sindaco della Lega Matteo Camiciottoli rinviato a giudizio per diffamazione.
— laura boldrini (@lauraboldrini) 17 luglio 2018
E per altri, arrivano le condanne.
Non cediamo alla violenza di chi si nasconde dietro una tastiera.
Come vedete, denunciare chi minaccia e diffama, alla fine pagahttps://t.co/cFPviJ9idt