Nella giornata di ieri, 13 luglio, il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, ha reso noti i nomi dei dirigenti del partito che lo affiancheranno nella Segreteria nazionale in qualità di responsabili delle diverse aree tematiche. La lista è composta da 14 nomi, a cui si aggiungono quelli dei due capigruppo in parlamento (Graziano Delrio alla Camera e Andrea Marcucci al Senato), del presidente del partito Matteo Orfini, oltre al referente dei segretari regionali Dem, Alessandro Alfieri, e la conferma di Piero Fassino per i rapporti con il parlamento Ue.

Sulle scelte compiute da Martina si abbatte, però, come una mannaia, il giudizio critico di Carlo Calenda, l’ex ministro dello Sviluppo Economico del governo Gentiloni, tesseratosi con il Pd il giorno dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo e risoluto, secondo alcuni, a prendersi il partito.

La lista dei 14 collaboratori di Martina

Dunque, come anticipato, la Segreteria nazionale del Pd a guida Martina è composta da 14 persone, ognuna con una responsabilità ben precisa. La delega per il Mezzogiorno andrà all’ex vice ministro, anche lei allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova. Delega al Welfare assegnata a Pietro Barbieri (portavoce del Forum del Terzo settore). Gianni Cuperlo, rappresentante dell’opposizione interna ‘di sinistra’, si occuperà di Riforme, Alleanze e Partecipazione.

All’Organizzazione va Gianni Dal Moro, mentre di Agenda 2030 e Sostenibilità si occuperà Stella Bianchi. Chiara Gribaudo diventa responsabile del settore Lavoro e Professioni, mentre un altro ex ministro, quello della PA Marianna Madia, va alla Comunicazione. Il responsabile di Infrastrutture e Trasporti sarà Andrea Martella, quello del Progetto Partito e del Forum Nazionale Tommaso Nannicini.

La delega agli Esteri e alla cooperazione va a Lia Quartapelle, quella agli Enti Locali e alle Autonomie a Matteo Ricci. Chiudono la lista Marina Sereni e Mila Spicola, rispettivamente con delega al Diritto alla Salute e al Contrasto alla povertà educativa, ma, soprattutto, Francesco Boccia, il numero due di Michele Emiliano, nominato alle Imprese.

Le invettive di Calenda contro il nuovo corso ‘martiniano’

L’annuncio del segretario reggente del Pd Maurizio Martina, invece di ricompattare il partito, ha scatenato la solita ridda di critiche e smarcamenti. La voce più dura, e più autorevole, che si è levata dal coro è quella di Carlo Calenda, desideroso di rendere nota la sua presa di distanza dall’attuale gestione del Nazareno. Alla domanda su cosa ne pensi della nuova Segreteria Dem, Calenda ha risposto ieri sul suo profilo Twitter con un secco “Non è una segreteria è un harakiri” (la nota pratica dei samurai giapponesi di togliersi la vita ndr). Ma non è tutto, perché l’ex ministro entra nello specifico puntando il dito su Francesco Boccia.

La sua nomina a responsabile Imprese del partito, infatti, ironizza Calenda, “è davvero una mossa vincente” perché Boccia è “uno che ha combattuto con Emiliano per la chiusura di ILVA e TAP, definendoci al servizio delle lobby e proposto una norma su web tax totalmente inutile”.