Sta scatenando enormi polemiche politiche e un putiferio mediatico la notizia relativa a quanto accaduto su un treno regionale lombardo delle ferrovie Trenord, nella tratta tra Milano, Cremona e Mantova. Ad un certo punto del viaggio, si è udita dall’altoparlante una voce femminile che ha pronunciato testuali parole: “I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. E nemmeno agli zingari: scendete alla prossima fermata, perché avete rotto i c******i”. La successiva denuncia di alcuni passeggeri ha portato all’identificazione della dipendente, il cui nome resta al momento ignoto.

La donna, secondo diversi organi di stampa, ora rischierebbe persino il licenziamento. Ma in sua difesa accorre il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, con un post su Facebook, avverte di tenere “giù le mani dalla capotreno”.

La reazione di Salvini alla notizia della capotreno ‘razzista’

L’esplosione mediatica della notizia del presunto messaggio razzista propagato da una capotreno delle linee Trenord, attraverso l’altoparlante installato sul treno dove era in servizio, ha spinto il leader della Lega Salvini a schierarsi immediatamente dalla parte della donna. “Invece che preoccuparsi per le aggressioni a passeggeri, controllori e capitreno - questa la sua motivazione postata su Fb - qualcuno si preoccupa dei messaggi contro i molestatori”.

Una chiara presa di posizione accompagnata dal già citato invito a non prendersela con la capotreno e dall’hashtag #viaggiaresicuri è una priorità.

I particolari della vicenda

Intanto, con il passare delle ore, si fanno sempre più nitidi i contorni di una vicenda destinata a far discutere l’opinione pubblica. I fatti risalgono alla tarda mattinata di ieri, 7 agosto, quando sul treno Milano-Cremona-Mantova gestito da Trenord si accendono gli altoparlanti e una voce femminile utilizza i termini ‘zingari’ e ‘rotto i c.’, considerati, offensivi, discriminatori, razzisti e volgari da molti passeggeri.

Il primo a denunciare un fatto ritenuto gravissimo, come riporta Il Fatto Quotidiano, è un ricercatore trentaduenne originario di Cremona, ma che lavora a Milano. Un “linguaggio discriminatorio - afferma il testimone - che non può essere accettato da parte di un pubblico ufficiale”. Successivamente, anche altre persone hanno deciso di contattare Trenord chiedendogli di prendere le distanze dall’increscioso episodio.

La società ha prima cercato di prendere tempo ma poi, di fronte all’evidenza dei fatti, ha ringraziato i solerti utenti definendo “grave e inqualificabile” quanto accaduto e promettendo l’apertura immediata di una inchiesta interna che potrebbe portare anche al licenziamento della capotreno.