Carlo Giovanardi non molla. A poche ore dal clamoroso colpo di scena avvenuto nel processo bis sulla morte di stefano cucchi - dove uno degli imputati, il carabiniere Francesco Tedesco, ha confessato le responsabilità sue e dei suoi commilitoni nel mortale pestaggio del ragazzo romano nel 2009 - l’ex parlamentare di Dc e Pdl, dalle note posizioni proibizioniste in materia di uso di droghe, ribadisce di non avere niente di cui scusarsi con la famiglia Cucchi e, in particolare, con la sorella di Stefano, Ilaria. Parole dure, sembrate a molti quasi disumane, ‘vomitate’ dai microfoni della trasmissione radiofonica La Zanzara.

Concetti già espressi, tra l’altro, più volte in passato da Giovanardi, secondo il quale la prima causa di morte del ragazzo sarebbe stata la droga. Ferma anche la convinzione che il Cucchi sia morto per mancanza di nutrizione, praticamente per colpa sua insomma.

Carlo Giovanardi alla Zanzara: ‘Cucchi una persona debole che non sapeva gestirsi’

“Il povero Stefano Cucchi aveva una vita contrassegnata non solo dall’uso delle sostanze, ma anche dal fatto di essere uno spacciatore. Cucchi era una vittima della droga. È morto perché, invece di assisterlo e curarlo, i medici hanno preso per buone le dichiarazioni di sciopero della fame di una persona debole che non sapeva gestirsi”. Questa l’opinione di Carlo Giovanardi sulle cause della morte di Stefano Cucchi il quale, in pratica, se la sarebbe andata a cercare conducendo una vita sbagliata e viziosa.

Per il padre della legge proibizionista sulle droghe che prese addirittura il suo nome (Fini-Giovanardi), poi cancellata da una sentenza della Corte di Cassazione, inoltre, le ecchimosi intorno agli occhi che si vedono nelle drammatiche foto rese pubbliche da Ilaria sarebbero “derivanti dallo stato di mancanza di nutrizione, non c’entra niente con le botte”.

Insomma, Carlo Giovanardi si auto assolve affermando di non dover assolutamente chiedere scusa alla famiglia Cucchi, come se il pestaggio dei carabinieri non fosse mai esistito.

Giovanardi contro Stefano Cucchi: tutti i precedenti

Non è la prima volta, ovviamente, che l’ex onorevole, fondamentalista cattolico, si scaglia contro il ‘drogato’ Cucchi.

La tesi della morte del ragazzo avvenuta per denutrizione viene condivisa pubblicamente per la prima volta nel 2013, quando Giovanardi sostenne che i medici dell’ospedale Pertini avrebbero dovuto obbligarlo a mangiare e bere e che i presunti segni di violenza sul suo corpo non erano altro che la conseguenza del suo precario stato fisico. In pratica, gli stessi concetti ribaditi ieri. L’anno successivo, nel 2014, oltre a ripetere la sua tesi alquanto bislacca, Giovanardi si oppose strenuamente all’intitolazione di una strada al giovane geometra romano perché “Cucchi spacciava e non credo che spacciare sia una cosa particolarmente onorevole”. Ma il bestiario giovanardeo anti Cucchi proseguì anche nel 2016 quando l’allora senatore ebbe addirittura il coraggio di indignarsi perché il nome di Stefano, “spacciatore di dimensioni piuttosto grosse”, era stato affiancato a quello di Giulio Regeni (il ricercatore italiano barbaramente ucciso in Egitto). “Cucchi morto per le fratture?”, disse poi qualche mese dopo proprio ai microfoni della solita Zanzara, “non credo certo agli asini che volano”.