Matteo Salvini tiene il punto sulla manovra e passa al contrattacco dopo la bocciatura da parte dell’UE (con inizio della procedura di infrazione per l’Italia) del testo presentato dal governo Conte a Bruxelles. Per il vicepremier, quello portato avanti da Moscovici e Dombrovskis altro non è che un “attacco pregiudiziale” rivolto non solo all’esecutivo di Roma ma anche all’economia italiana, con sullo sfondo mire politiche della Commissione a guida socialista. “Noi non cambiamo” ha assicurato stamattina il leader della Lega ai microfoni della radio Rtl 102.5, proponendosi di fare “il contrario di Monti e Renzi” sui punti chiave della legge di bilancio.

Nel mirino dei vertici dell’Unione Europea, secondo il numero due dell’esecutivo gialloverde, ci sarebbero pensioni e welfare, considerato che “contestazione principale è di non toccare la Fornero” sull’uscita dal lavoro oggi riportata ai livelli pre-riforma con l’introduzione della cosiddetta “quota 100”, pertanto i commissari “possono mandare pure 12 letterine, ma non si cambia”.

Ce n’è anche per il Presidente della Repubblica, molto attivo nell’opera di persuasione del governo italiano al rispetto dei vincoli comunitari e del principio cardine dell’equilibrio di bilancio: “Il Capo dello Stato chiede attenzione ai più deboli? Io dico che la nostra manovra aumenta le pensioni di invalidità e consente a molti di andare in pensione”.

Insomma, se da Bruxelles arrivano richieste di revisioni della finanziaria nel senso di maggiori tagli e sacrifici, il ministro dell’Interno e leader della componente leghista della maggioranza preme nella direzione opposta, mosso dalla considerazione che “gli italiani hanno già pagato” essendoci “cinque milioni di poveri” e proprio a loro la legge di bilancio farà in modo di “mettere più soldi in tasca”.

Sul gesto del compagno di partito Ciocca, che a Strasburgo aveva contestato il Commissario Ue schiacciando con una scarpa il documento contenente i rilievi alla manovra dell’Italia, Salvini puntualizza che “con queste provocazioni non si cambia l’Europa”. Proprio nelle stesse ore, Pierre Moscovici aveva evocato lo spettro del fascismo per commentare l’azione plateale del parlamentare della Lega, aggiungendo che si tratta di un “episodio grottesco” caratterizzato dall’uso di “violenza simbolica” di fronte alla quale bisognerebbe “restare vigili”, perché “la democrazia è un tesoro fragile”.