La lettera arrivata al ministro dell'Economia Tria partita da Bruxelles parlava chiaro. In Europa non c'era grande simpatia verso la manovra finanziaria italiana. Non a caso era stata accompagnata da termini come "deviazione inaccettabile" e non erano mancate dichiarazioni informali di Juncker e Moscovici che invitavano l'Italia a rivedere quanto stava facendo. Il motivo? Il governo italiano ha scelto di innalzare troppo il deficit (fino al 2,4%) in virtù di previsioni di crescita che l'Europa considera troppo ottimistiche. Il pessimismo continentale, tuttavia, non ha dissuaso l'esecutivo italiano dall'andare avanti per la propria strada e perciò si è concretizzato ciò che mai, prima d'ora, si era visto: la manovra di un Stato membro ha ricevuto il veto da parte del potere economico centrale europeo.

Di Maio annuncia che non si torna indietro

L'Italia, dopo il "No" ricevuto, avrà tre settimane di tempo per rivedere le proprie scelte economiche. Si tratta di un evento che, essendo anomalo nella storia del'Unione Europea, è caratterizzato da molta incertezza a livello continentale. Quel che è certo è che, se il Governo Conte dovesse decidere di andare avanti per la sua strada, potrebbe essere innescata una "procedura per eccesso di debito" che porterebbe a sanzioni importanti. Sarebbe, dunque, un vero e proprio scontro quello a cui rischia di andare inconro l'Italia con l'Europa e, stando alle dichiarazioni di Luigi Di Maio, non c'è nessuna possibilità che si verifichi un ravvedimento o un passo indietro a Roma.

Le parole del vicepremier non lasciano spazio a passi indietro

"Da domani - ha dichiarato il ministro del Lavoro - continueremo a sostenere le nostre ragioni ai tavoli europei. Per loro questa legge di bilancio è un po' troppo espansiva? Gli spiegheremo che il deficit parte dal 2% fatto dai governi precedenti e che noi ci abbiamo aggiunto solo lo 0,4%".

Cita l'esempio della Francia a cui viene consentito di mantenere lo stesso debito "più 0,2, 0,4".

"Avremo - ha aggiunto - delle settimane di forte interlocuzione con la Commissione Europea e loro potranno apprezzare che questo è un governo che crede in quello fa e non ha nulla da temere. Non vogliamo - prosegue - andare a rivedere i termini della manovra, perché quella stima è esatta e perché non ci sono troppe spese, ma tanti tagli alle cose inutili".

Di Maio ha, inoltre, sottolineato che queste scelte contribuiranno a rilanciare l'economia con un circuito che sarà riattivato grazie, ad esempio, ai tanti pensionamenti. Parole che sono pacate e caratterizzate da toni morbidi, ma che non cambiano la sostanza: l'Italia potrebbe andare allo scontro con l'Europa e le sue logiche economiche.