La notizia dell'abbandono del percorso di Potere al Popolo da parte degli esponenti di Rifondazione Comunista era nell'aria da diverse settimane, ma ora è stata anche ufficializzata da parte del Comitato Politico Nazionale del PRC, riunitosi a Roma questi 27 e 28 ottobre.

Dopo mesi di attriti, vi erano state prima le polemiche relative allo Statuto di PaP, poi anche una risoluzione della Direzione Nazionale del PRC del 13 ottobre che aveva annunciato il sostanziale abbandono del percorso da parte del partito di Acerbo, che infatti non aveva partecipato all'assemblea nazionale di Potere al Popolo a Roma domenica 21 ottobre.

Oggi anche il CPN di Rifondazione ha confermato la fine di tale percorso, proponendo invece l'apertura di un più ampio fronte della sinistra antiliberista.

Rifondazione Comunista chiude con Potere al Popolo e rilancia un percorso largo per le Europee

Nel dettaglio la risoluzione di Rifondazione ribadisce la propria linea di intransigente opposizione al Governo Lega-M5S, ma anche di dura critica alle politiche liberiste imposte dai Trattati Europei, dalla BCE e dalla Commissione Europea.

Passando poi a parlare del proprio ruolo politico nel campo della sinistra, in particolare riguardo al percorso di Potere al Popolo, afferma che tale "progetto originario non c’è più. Siamo di fronte a un progetto politico diverso che intende usare la stessa sigla che ha ottenuto visibilità presentandosi alle elezioni politiche anche e soprattutto grazie all’impegno di Rifondazione ".

Il documento parla di "forzature antidemocratiche e violazioni palesi delle più elementari regole di correttezza che hanno reso impraticabile una già di per sé assurda consultazione su due statuti contrapposti. In qualità di soggetto co-fondatore di Potere al popolo non riconosciamo la legittimità di una consultazione falsata, di uno statuto che è stato bocciato dalla maggioranza degli aderenti che non hanno partecipato al voto, e degli organismi che verranno eletti su questa base.

(..) Proprio perché non abbiamo abbandonato l'originaria ispirazione di Pap non intendiamo separarci da quanti/e hanno condiviso con noi quell'impegno e ci adopereremo per tenere in vita, in forma autonoma, la rete di relazioni politiche e sociali che in questi mesi si sono consolidate". E quindi affermando che "non vi sono le condizioni per proseguire l’impegno politico diretto del nostro partito in quello che si ostinano a chiamare Potere al popolo".

Riguardo al futuro, e in particolare alle Elezioni Europee, il partito di Acerbo propone: "una lista unitaria in Italia che raccolga tutte le soggettività di sinistra e di movimento". Spiegando di aver lavorato da tempo "per concretizzare la proposta Politica di uno schieramento della sinistra popolare, civica, di classe, antiliberista, anticapitalista, ambientalista, femminista, civica, autonomo e alternativo rispetto al Pd, responsabile dell’avanzamento delle destre nel nostro paese. In questo schieramento e in questa lista unitaria pensiamo che possano ritrovarsi formazioni come Potere al popolo, Dema, Diem, L’Altra Europa, le “Città in comune”, Pci, Sinistra Anticapitalista, e tutte le soggettività che sentono l’urgenza di costruire un’alternativa al Governo Lega-M5S e agli altri poli esistenti e a una prospettiva comune sul piano europeo e nazionale.

Giudichiamo positive le posizioni assunte da Sinistra Italiana sulla collocazione nel Gue e nella Sinistra Europea. In questa direzione ci siamo confrontati in questi mesi con Luigi De Magistris e tante soggettività a partire dalla comune convinzione che nel nostro paese c’è bisogno di una proposta di netta rottura".

Peraltro nel suo intervento conclusivo, questo domenica pomeriggio, Maurizio Acerbo fra le altre cose ha ribadito di aver invocato un impegno in prima persona nella politica nazionale da parte di De Magistris fin dal momento della propria elezione a segretario nazionale del PRC, nella primavera 2017.

Il documento proposto dal segretario Acerbo è approvato a larga maggioranza dal "parlamentino" interno di Rifondazione.

Il testo è stato approvato con 64 voti. Gli altri tre documenti in votazione hanno invece avuto rispettivamente: 15 voti quello di Gabriele Gesso e dell'eurodeputata Eleonora Forenza (che chiedeva di proseguire la battaglia in PaP pur facendo forti critiche a tale soggetto, visto come troppo "settario" e chiuso in sé stesso), 9 voti quello Gianluigi Pegolo (che da sempre critica la partecipazione a PaP e aveva riunito in assemblea nazionale a Firenze alcune centinaia di militanti a inizio ottobre) e 3 voti quello di Domenico Moro e Fabio Nobile (che invitava a riprendere la partecipazione al percorso di PaP). Ci sono state infine 4 astensioni, fra cui la presidente del CPN Giovanna Capelli.

Possibile la creazione di una lista antiliberista per le europee guidata da Luigi De Magistris

Il possibile riavvicinamento fra Sinistra Italiana (che proprio ieri aveva sostanzialmente posto fine al percorso di Liberi e Uguali) e Rifondazione Comunista, attorno alla figura di Luigi De Magistris, rappresenterebbe secondo molti una sorta di "ripresa di un rapporto" fra i due soggetti politici a un anno di distanza dalla fine del "Brancaccio". Ovvero di quel percorso politico, iniziato a giugno 2017 e interrotto nel novembre successivo, che avrebbe dovuto portare alla creazione di una "lista civica nazionale di sinistra" per le elezioni politiche di marzo 2018, di cui i due partiti furono fra i protagonisti assieme ai due promotori Anna Falcone e Tomaso Montanari.

Un progetto arenatosi appunto un anno fa di questi tempi, con reciproci scambi di accuse sulle responsabilità politiche di tale epilogo, che avrebbero portato da lì a breve alla nascita da un lato di Potere al Popolo e dall'altro di Liberi e Uguali. Vedremo nei prossimi mesi se invece, questa volta, ci saranno le condizioni affinché questo rapporto si tradurrà o meno in una vera e propria lista elettorale.