Maria Elena Boschi prova a riprendersi la scena politica e mediatica attraverso una breve intervista rilasciata all’agenzia di stampa Dire (guarda il video qui sotto). La deputata Pd, sollecitata a illustrare la sua opinione circa il lavoro svolto dal governo M5S-Lega in tema di diritti delle donne, si lancia in una serie di accuse contro l’esecutivo e, in particolare, contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, a suo giudizio, attaccherebbe le colleghe donne solo “in quanto donne”, contribuendo sensibilmente a quella “regressione” culturale in senso maschilista di cui, secondo l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Gentiloni, sarebbe responsabile l’intero governo Conte.
Maria Elena Boschi contro il leader della Lega
“Secondo lei c’è un carattere prettamente maschilista in questo governo e c’è anche a livello culturale un’idea di vedere le donne un po’, come dire, un pochino sottomesse, meno autonome?”, domanda a Maria Elena Boschi il giornalista di Dire. “Purtroppo c’è sicuramente una regressione anche per quanto riguarda il confronto e il dibattito politico - gli risponde prontamente la parlamentare Dem - perché ci sarebbero "autorevoli esponenti della maggioranza", primo tra tutti il ministro Salvini, che spesso, nello stesso dibattito politico, quando un avversario politico è una donna” non si comportano in maniera corretta. La politica renziana racconta come sia successo anche a lei, anche se il fenomeno riguarderebbe "molte altre colleghe" che "vengono attaccate sul piano personale, proprio in quanto donne, non perché giustamente possono avere idee diverse o fare delle scelte differenti”.
Il giudizio negativo sul ddl Pillon
La Boschi, per rendere più credibile la sua tesi, ricorda poi il recente episodio in cui il sottosegretario leghista all’Economia, Massimo Bitonci, rivolgendosi all’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, l’ha caldamente “invitata a tornare in cucina anziché occuparsi di politica”. Insomma, secondo il giudizio inappellabile di Maria Elena Boschi, si è venuta a creare una netta "regressione" anche per quanto riguarda i modelli proposti.
Infatti, prosegue, il disegno di legge Pillon, "ancora sul tavolo perché non è stato ritirato" rappresenta una norma che, se approvata, ci farebbe "arretrare di almeno 50 anni" sul tema "dell'affidamento condiviso dei figli in caso di separazione o divorzio". La Boschi si dice invece convinta che "sia un tornare alla preistoria per quanto riguarda la concezione della donna nella nostra società”.
‘Le donne non sono considerate dal governo’
La discussione si sposta poi sui “tagli che sono stati portati in questa legge di bilancio” che secondo la Boschi rappresentano “il segnale che le donne non sono considerate, non sono importanti per il governo. Allora, tagliare tutte quelle misure che noi avevamo previsto con i governi Renzi e Gentiloni (voucher bebè e baby sitting), cioè agevolazioni fiscali per chi deve ricorrere alle baby sitter, i tagli che sono stati fatti sul congedo parentale, quello obbligatorio per i padri è stato cancellato, credo che siano veramente un ritorno al passato. Ovviamente come Pd – conclude quindi - abbiamo presentato delle proposte di senso opposto rispetto alla legge di bilancio, anche per fare un piano di investimenti serio per gli asili nido”.