Anche se Matteo Salvini per il momento non prende posizione, si moltiplicano all’interno della Lega le voci critiche rispetto al Global Compact, il trattato proposto e messo a punto dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni dell’Onu, che anche il governo italiano si appresta a firmare l’11 dicembre prossimo a Marrakech, in Marocco. Il primo movimento politico ad opporsi ufficialmente ad un accordo considerato sciagurato, perché aprirebbe a suo dire i confini dell’Italia all’immigrazione clandestina selvaggia, è stato Fratelli d’Italia.

Dopo i ripetuti appelli di Giorgia Meloni e dei suoi a dire No al Global Compact, i ‘cugini’ della Lega si sono finalmente decisi a battere un colpo per bocca di diversi parlamentari, tra cui Claudio Borghi e Barbara Saltamartini. Il problema è che, come confermato ultimamente dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, e soprattutto dal premier Giuseppe Conte in persona, la linea ufficiale del governo gialloverde è ancora quella del si all’accordo. Il rischio di un nuovo scontro tra M5S e Lega è alto.

Cos’è il Global Compact e la posizione di Fd’I

Come recita il comunicato ufficiale dell’iniziativa dell’Onu, denominata Global Compact for Migration, lo scopo dei capi di governo che si incontreranno in Marocco il 10 e l’11 dicembre prossimo è quello di “offrire un importante contributo al miglioramento della cooperazione in favore della migrazione internazionale in tutti i suoi aspetti”.

Insomma, questo lo slogan adottato, un Global Compact per una “migrazione sicura, ordinata e regolare”. Una formula rimasta subito indigesta a Giorgia Meloni e ai suoi Fd’I che, ormai da tempo, ha lanciato l’hashtag #NoGlobalCompact, insieme a un appello alla Lega di Salvini affinché blocchi a Palazzo Chigi gli alleati del M5S, intenzionati invece a confermare il si del governo italiano all’iniziativa delle Nazioni Unite.

La paura a destra è quella di aprire le porte del Paese a una vera e propria invasione di clandestini.

Il M5S e le parole di Conte

Una posizione, quella di Fd’I, ma anche della Lega, che va a cozzare frontalmente con quanto dichiarato due mesi fa, il 26 settembre, da Giuseppe Conte nel corso del suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu.

“I fenomeni migratori con i quali ci misuriamo, richiedono una risposta strutturata, multilivello e di breve, medio e lungo periodo da parte dell’intera comunità internazionale - aveva affermato il premier in quota M5S - Su tali basi sosteniamo il Global Compact su migrazioni e rifugiati. Si tratta di una sfida che può e deve essere accolta con un approccio di responsabilità condivisa, in una logica di partenariato tra paesi di origine, transito e destinazione dei flussi”.

Le dichiarazioni leghiste: ‘No all’immigrazione incontrollata’

Insomma, a sentire Conte, e le successive conferme da parte dal titolare della Farnesina, Moavero Milanesi, e del sottosegretario agli Esteri, il grillino Manlio Di Stefano, l’accordo sul Global Compact sembrerebbe blindato.

Ma, a mettere insieme le dichiarazioni rilasciate da importanti esponenti leghisti nelle ultime ore, i giochi sembrerebbero ancora aperti. I primi a dire no sono stati il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, e il capogruppo leghista a Montecitorio Riccardo Molinari. Paolo Formentini ha addirittura presentato una risoluzione in commissione Esteri della Camera per riaffermare la contrarietà del Carroccio al trattato: “Nessuno può imporci un’immigrazione incontrollata”. A chiudere per il momento la fila delle dichiarazioni leghiste ci ha pensato Barbara Saltamartini, decisa a non consentire “ingressi a chiunque”.