Sono ore in cui a tenere banco sulla scena politica è la colazione di Santo Stefano di Matteo Salvini. "Pane e nutella" postati mentre Catania tremava per effetto delle scosse prodotte dall'Etna. Un'associazione che, evidentemente, ha suscitato le ire delle opposizioni che, al momento, patiscono l'escalation del leader della Lega. Si, perché il 2018 è stato indubbiamente il suo anno. A raccontarlo sono principalmente i numeri, ma anche l'attenzione che la stampa internazionale gli riserva. L'ultimo grande giornale, in ordine di tempo, a dedicargli diverso spazio è stato il Financial Times che ha pubblicato un'interessate analisi politica su quelli che potrebbero essere gli scenari italiani e su come Matteo Salvini potrebbe mutare il suo ruolo.

Salvini aspira a guidare il centrodestra

A finire sotto la lente d'ingrandimento del Financial Times ci sarebbe il mutamento dell'approccio del leader del Carroccio nei confronti dell'Unione Europea. Difficile dimenticare, ad esempio, i comizi elettorali a cui si presentava con una t-shirt su cui campeggiava un eloquente scritta "No euro". Una posizione anti-europeista che oggi, però, sembra aver totalmente abbandonato. Si tratterebbe secondo il F.T. di una precisa strategia finalizzata a presentarsi alle prossime elezioni europee nelle condizioni ideali per poter recitare il ruolo del capofila della coalizione di centrodestra. Qualora, inoltre, dovessero essere mantenute le percentuali che, nei sondaggi, raccontano di un largo consenso della Lega potrebbe persino mutare lo scenario all'interno del governo nazionale.

Secondo il Financial Times, invece, sarebbe difficile per Salvini rinunciare alla tentazione di capitalizzare il consenso eventualmente ottenuto.

Salvini bravo a combinare tre elementi

L'articolo a firma di Miles Johnson ritiene plausibile che i risultati delle elezioni potrebbe portare ad una crisi di governo, quasi creata ad hoc, per aprire nuovi scenari che sarebbero poi determinati dal ritorno alle urne degli italiani.

Quello di Salvini verso l'Europa sarebbe, secondo il Financial Times, un approccio "pragmatico" verso l'Europa. Una Lega, ormai a distanza delle iniziali posizioni radicali, potrebbe essere destinata ad andare oltre il 30% ed avere i numeri per governare in autonomia con l'appoggio di Forza Italia, ridotta ormai a protagonista di secondo piano.

Con il contributo del direttore della Luiss Giovanni Ursina, il Financial Times ha inoltre avuto modo di elencare quello che è il segreto del suo successo. Il riferimento va alla sua capacità di aver sfruttato alla perfezione la combinazione di tre elementi: il declino di Silvio Berlusconi, la crisi economica in Europa e la crisi dell'immigrazione.