Il movimento francese dei gilet gialli potrebbe subire la stessa evoluzione avuta dal M5S in Italia e trasformarsi quindi in un movimento politico a tutti gli effetti. A dichiararlo è uno dei leader della protesta che sta incendiando le strade di Parigi e di tutta la Francia. Il suo nome è Cédric Guemy, un 51enne dirigente di un’impresa di trasporti, ex elettore di Nicolas Sarkozy, definito dai media come un dei capi moderati dei gilet gialli. Intervistato da Il Giornale, Guemy ha provato a delineare il futuro del suo movimento, promettendo che, nonostante la moratoria sul prezzo dei carburanti strappata al governo, le proteste continueranno fino all’ottenimento di quanto richiesto: annullamento della tassa sul carburante, aumento del potere di acquisto dei cittadini francesi e aumento del salario minimo.

Le rivendicazioni di Guemy: ‘La nostra battaglia nelle strade continuerà’

Cédric Guemy, come detto, è uno dei leader dell’ala cosiddetta moderata del movimento dei gilet gialli, uno di quei dieci cioè che ha firmato la ‘lettera dei gilet gialli liberi’ per dire sì alla trattativa con il governo e con il presidente Macron. Guemy si è anche recato all’Assemblea nazionale per discutere con i rappresentanti dell’odiato ‘potere’. Per questo motivo, lui stesso ammette di aver subito delle minacce dai gilet duri e puri, quelli che vogliono prima distruggere e poi parlare. Intervistato da Gaia Cesare, il 51enne dirigente di impresa mette subito in chiaro che quanto ottenuto finora, ovvero la sospensione per sei mesi dell’aumento dei prezzi dei carburanti, “non può bastare”.

Annuncia che le proteste dei gilet gialli proseguiranno e convoca una nuova manifestazione di piazza a Parigi per sabato prossimo, 8 dicembre. La piattaforma delle rivendicazioni dei ‘gialli’ comprende, come già accennato, aumento ddei salari minimi e del potere di acquisto dei francesi, oltre all’annullamento della tassa sul carburante, cavallo di battaglia del movimento.

Gilet gialli come il Movimento 5 Stelle

Intanto, Cédric Guemy si divide tra la lotta e la politica. Ammette di non escludere il ricorso ad elezioni anticipate in Francia, si dice convinto che le elezioni europee della prossima primavera saranno la “disfatta di Macron” e, soprattutto - in risposta alla domanda se i gilet gialli riusciranno a ricomporre i dissidi interni e a presentarsi uniti - svela il suo pensiero: “Finiremo come il M5S in Italia”.

Insomma, porte aperte alla formazione di un vero e proprio partito politico a cui lui non esclude di partecipare in prima persona, anche se tutto dipenderà dagli obiettivi che verranno fissati. Uno sbocco quasi inevitabile, quello politico, visto che, conclude Guemy, “la gente è esasperata perché non ce la fa più a vivere. Tutto è costosissimo. Le tasse sono troppo alte e il salario di un francese medio non basta”.