Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica, ha fatto un'analisi di attualità Politica a Dimartedì (La7), dove intervistato da Giovanni Floris ieri sera, martedì 4 dicembre.

Scalfari delinea il vicepremier Matteo Salvini come "razzista" e non nasconde i propri timori riguardo alla pericolosità di questo governo. Quanto al Movimento 5 Stelle, ricorda la sua ascesa populista e il mantra che Grillo ha urlato per anni nelle piazze. Per l'opposizione, offre una proposta: dare al Pd un Presidente del partito.

Scalfari: 'Salvini vorrebbe eliminare i migranti'

"Per molti questo governo è una fortuna, per altri è un inferno - dice Scalfari - Io, siccome non sono molto credente, sono per l'inferno. Questi qui [i leader di maggioranza, ndr] hanno un'idea del Paese e dell'Europa che, per quanto riguarda Salvini, è razzista. Per lui, gli emigranti che vengono verso l'Italia andrebbero, non voglio dire trucidati, ma eliminati. Quelli che sono già in Italia e già integrati, non può mandarli via, ma li guarda con molto fastidio e al primo sbaglio che facciano li butta fuori. Insomma, è razzista. È per l'uomo bianco". Quanto all'altro vicepremier, Luigi di Maio, Scalfari ricorda il fondatore del M5S: "Di Maio viene da Grillo.

Beppe Grillo, per otto anni, ha predicato ogni giorno: noi dobbiamo distruggere tutte le caste dirigenti, tutte, che siano di destra o di sinistra. Dopo la sconfitta di Renzi al referendum costituzionale, i Cinque Stelle hanno iniziato a crescere perché sono populisti. E' un partito seguito da quel che si chiama 'il popolino', [mentre] Salvini riassume se stesso e la parte che a lui piace di Di Maio".

Il governo 'ultrapericoloso' e i circoli

"Per me questo governo è ultrapericoloso - continua il giornalista - È un governo molto forte che ha assorbito il populismo e che quindi non è più soltanto razzista, ma razzista e populista. Se Salvini diventasse una specie di dittatore in Italia, diventerebbe il delegato di Putin al centro del Mediterraneo".

Allo stesso tempo, Scalfari nota la rapida crescita di "circoli che hanno ideali politici somiglianti alla liberal-democrazia", che però difficilmente confluiranno in un unico partito, dal momento che si sono formati sulla linea di un movimento. "Io li vedo molto positivamente - aggiunge il fondatore di Repubblica - perché c'è una distinzione lessicale e sostanziale tra il 'popolaccio' e il popolo sovrano e consapevole, che è di una notevole potenza".

Le opposizioni: da Berlusconi al Pd

Eugenio Scalfari conferma che tra Di Maio e Berlusconi preferirebbe ancora il secondo: "Berlusconi oggi vale l'8% degli elettori (molto poco) ed è alleato di Salvini, però, come sempre ha fatto, appartiene a quella che io chiamo 'una strana accoppianza'.

Lui è l'autore di un programma e l'attore che lo recita". In sostanza, dunque, sarebbe sufficiente 'fargli cambiare il copione' in modo che la linea politica prenda una diversa direzione.

Infine, per Scalfari, "il Partito Democratico dovrebbe guardare verso sé stesso [anziché puntare su delle alleanze]. Martina è stato ed è una brava persona, ma non ha quel glamour che tira su il partito. Minniti e Zingaretti, invece, lo hanno. In modi molto diversi, ma ce l'hanno>>. Inoltre, Scalfari lancia l'idea di istituire una nuova carica: quella di Presidente del Partito. "Un Presidente che abbia, nel partito, poteri analoghi a quelli che il Presidente della Repubblica ha rispetto allo Stato e al governo - spiega - Il Presidente dovrebbe essere uno come Veltroni o, nel caso in cui lui non ne avesse voglia, Gentiloni".