Un vecchio proverbio recita: ‘Passato il santo, passata la festa’. Subito dopo le festività natalizie, infatti, il parlamento riapre i battenti per approvare definitivamente alla Camera la manovra economica del governo formato da M5S e Lega. Il voto finale sul maxi emendamento alla legge di bilancio è previsto per sabato 29 dicembre, ma i deputati sono già rientrati a Roma per la discussione in aula. Tra di loro c’è anche Maria Elena Boschi. La musa ispiratrice del renzismo all’interno del Pd, caduta un po' in disgrazia, insieme al suo mentore Matteo Renzi, dopo l’ennesima sconfitta elettorale, si rifà viva attraverso un post pubblicato su Facebook nel quale rivela di aver scoperto chi pagherà veramente quella che il governo Conte ha definito la Manovra del popolo: “Chiaramente il popolo”.

La Boschi attacca: ‘L’esame della legge di bilancio è una farsa’

Giusto il tempo di digerire il cappone di Santo Stefano che Maria Elena Boschi decide di prendere carta e penna virtuali per vergare sui social network il suo giudizio, ovviamente negativo, sulla manovra economica del governo gialloverde. In un post pubblicato ieri pomeriggio, l’ex ministro delle Riforme (poi naufragate) annuncia di star facendo ritorno nella Capitale, ma solo per partecipare alla “farsa dell’esame in commissione della legge di bilancio”. La Boschi parla di un “metodo vergognoso” con cui sarebbe stata approvata la manovra, ma avverte che il “merito”, ovvero il suo contenuto, è ancora peggio. Insomma, dopo uno studio approfondito del testo economico, la figlia dell’ex vicepresidente di Banca Etruria arriva alla brillante conclusione che a pagare la cosiddetta “manovra del popolo” sarà “chiaramente il popolo” stesso.

Le 7 ragioni per cui a pagare sarà il popolo italiano

A smuovere l’indignazione di Maria Elena Boschi sono dati e numeri riportati nella ‘tabella sulla stima degli impatti finanziari delle misure emendative del ddl di bilancio 2019-2021’, che lei stessa ha potuto consultare e che decide di allegare al post Fb. I punti ‘caldi’ della manovra, secondo la sua personalissima interpretazione, sarebbero 7.

Si parte con la tassa sul terzo settore, sulle associazioni no profit, che nel 2019 dovrebbe portare nelle casse statali 119 milioni di euro, per poi salire ancora.

Con l’abolizione del credito di imposta Irap e di quello su investimenti per beni strumentali, poi, le imprese dovrebbero perdere 317 mln già nel 2019 e sempre di più negli anni successivi.

Preoccupanti anche l’aumento dell’iva e quello delle accise sui carburanti nel 2020, che la Boschi dà già per scontato. Altri 100 mln il governo li raggranellerà dal blocco delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione. Rinviati anche buona parte degli investimenti per le opere pubbliche (700 milioni spara la parlamentare Pd). Infine, last but not least, come direbbero gli inglesi, dai tagli alle pensioni, anche quelle poco sopra i 1000 euro, secondo la Boschi quei negrieri di M5S e Lega dovrebbero rimediare 253 mln nel 2019, per arrivare a 1,2 miliardi nel 2021. Tombola.