Ma perché la Francia di Emmanuel Macron può tranquillamente sforare la soglia del 3% nel rapporto tra deficit e Pil, arrivando addirittura al 3,5%, mentre all’Italia non è concesso nemmeno di arrivare al 2,4%? Anzi, alla commissione europea non sta bene nemmeno l’aggiustamento al ribasso, fino al 2,04%, proposto dal governo Conte. A rispondere a questa domanda ci ha pensato il commissario agli Affari Economici, l’ex ministro francese Pierre Moscovici, secondo il quale quelli francese e italiano sono due casi totalmente diversi, visto che il debito del Belpaese è uno dei più alti al mondo, mentre quello transalpino è più basso.

Una motivazione che non ha convinto Marco Travaglio, secondo il quale Moscovici ha creato un “pericoloso precedente” che prima o poi potrebbe indurre la gente ad andare “sotto i Palazzi del potere con i Forconi”.

Le dichiarazioni di Pierre Moscovici: due pesi e due misure su Francia e Italia

Non si può certo dire che la figura di Pierre Moscovici, l’algido commissario europeo agli Affari Economici, ex ministro socialista delle Finanze in Francia, fosse benvista in Italia. Adesso - dopo i paletti posti alla manovra economica italiana e il contemporaneo via libera dato all’enorme sforamento del rapporto deficit/Pil proposto da Macron - Moscovici è forse diventata una delle persone meno gradite sul suolo italico.

Parlando del caso degli ‘amici’ transalpini, il commissario ha dichiarato testualmente che “superare questo limite può essere concesso in una forma limitata, temporanea ed eccezionale. l’eventuale superamento del 3% non deve prolungarsi per due anni consecutivi, né deve superare il 3,5% in un anno”. Una apertura praticamente senza condizioni allo sforamento francese mentre, per quanto riguarda l’Italia, il confronto sarebbe, a suo dire, “allettante ma sbagliato, perché le situazioni sono totalmente diverse”, visto che il debito italiano è sotto osservazione da anni, al contrario di quello francese.

La risposta di Marco Travaglio: ‘Gente sotto i palazzi del potere con i forconi’

Un atteggiamento partigiano, quello dimostrato da Pierre Moscovici, che non ha per nulla convinto Marco Travaglio. Ospite ieri sera di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, il direttore del Fatto ha spiegato perché, secondo lui, è sbagliato utilizzare “due pesi e due misure” nei due casi in questione.

Anche se Roma ha un debito pubblico effettivamente più alto di Parigi, l’andamento dei nostri deficit e debito sarebbe “meno preoccupante” di quello dei nostri cugini.

La Francia, infatti, ricorda Travaglio, è da poco uscita “da nove anni consecutivi di procedura di infrazione per deficit eccessivo”, quando il suo ministro dell’Economia era proprio l’attuale commissario europeo. Mettendo a confronto il 3,5% concesso alla Francia, con il 2,04% ancora contestato all’Italia, Travaglio parla di “regole un po’ elastiche”. Il fatto di concedere a Moscovici di dichiarare che il suo Paese può tranquillamente sforare il rapporto deficit-Pil “perché ha la gente in piazza con i forconi”, significa infatti che siamo di fronte ad un “pericoloso precedente”, visto che ora “la gente deciderà di andare sotto i palazzi del Potere con i forconi” altrimenti “il proprio Paese non potrà mai ottenere eccezioni e più flessibilità”.