Carlo Calenda, dopo mesi di lavoro sotto traccia, lo scorso 18 gennaio ha dato ufficialmente il via alla sua iniziativa Politica, che ha l'obiettivo di aggregare in un fronte comune, le forze politiche, civiche e della società civile alternative all'attuale compagine di Governo.

Dopo numerose dichiarazioni più o meno rivelatrici del progetto rese nei mesi scorsi, soprattutto dal suo profilo Twitter, Calenda, ha finalmente chiarito le linee del suo manifesto in vista delle elezioni europee di maggio.

Calenda: 'Il mio manifesto non è un'ammucchiata'

L'ex ministro delle attività produttive dei Governi Renzi e Gentiloni, in questi giorni, sta chiarendo quali sono i contorni della sua iniziativa politica. Il manifesto di Calenda, pubblicato sul sito siamoeuropei.it, punta ad aggregare le forze politiche e civiche che vogliono costruire una forza unitaria di stampo europeista. Non un fronte 'contro qualcuno' ha tenuto a precisare Carlo Calenda, ma un progetto che punti a costruire una forza politica che riporti l'identità europeista al centro delle politiche nazionali.

Ma soprattutto, ed è lo stesso esponente del Pd a spiegarlo, non è una casa pronta ad accogliere tutti. Paletti molto chiari su quelle forze politiche disponibili ad accordi nazionali con Lega e M5s.

Il riferimento è chiaramente rivolto a Forza Italia, che, anche di recente e per voce del suo leader Silvio Berlusconi, non ha nascosto l'intenzione di lavorare all'unità del centrodestra. Ma è un freno molto chiaro anche nei confronti dei fuoriusciti dal Pd, che non hanno tardato a negare interesse verso l'iniziativa del manifesto Calenda.

Porte aperte invece a +Europa di Emma Bonino e al civismo municipale guidato dal Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti.

Calenda 'non voterò al congresso del Pd'

L'iniziativa di Calenda prende corpo nelle stesse giornate in cui il Pd è impegnato a rinnovare la Segreteria. Fase politica da cui però l'ex Ministro delle attività produttive si è smarcato dichiarando di non aver votato per nessuno.

Il suo impegno è tutto rivolto alla costruzione di questa lista e non ha intenzione di mettere a rischio il consenso ottenuto dai principali candidati, Zingaretti e Martina.

Sul nome della lista, Calenda non si è ancora sbottonato però. L'ufficializzazione attenderà l'esito del Congresso del Pd. Anche perchè, non è ancora chiaro, se la volontà di andare oltre il Pd si concretizzerà nella rinuncia al simbolo o se, invece, saranno presenti tutti i simboli delle forze che sostengono il manifesto.