Il caso della nave Diciotti, l'imbarcazione della nostra Guardia Costiera, al centro di un delicato caso giudiziario tra il Tribunale dei Ministri di Catania ed il Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini regala un nuovo colpo di scena. Dal Viminale, sede operativa istituzionale del segretario della Lega trapela una notizia fino ad oggi sconosciuta alle cronache.

Come sappiamo il Ministro degli Interni è accusato dai magistrati etnei di aver sequestrato i migranti che nello scorso agosto erano stati soccorsi nel mediterraneo dalla nave Diciotti che, raggiunto il porto di Agrigento, per alcuni giorni non ebbe la possibilità di farli sbarcare.

Solo l'intervento della Cei, con la garanzia di occuparsi di loro, consentì di farli scendere a terra.

Funzionari del Viminale: possibile presenza di terroristi a bordo della nave

Nell'ambito delle indagini, in questi mesi, sono stati sentiti alcuni tra i funzionari del Viminale che si sono adoperati per far eseguire gli ordini impartiti dal loro superiore gerarchico, ovvero Matteo Salvini. Solo oggi, dalla stessa sede del Ministero degli Interni trapela una nota, diffusa dall'agenzia 'Agi', inerente ad alcune loro dichiarazioni fornite al pubblico ministero. Il blocco dei migranti della Diciotti, oltre alle motivazioni politiche che fino ad oggi conoscevamo, sarebbe avvenuto anche a causa dell'elevato rischio che tra i migranti vi fossero mescolati dei terroristi - si presume islamici - in incognito.

Un rischio segnalato e reso pubblico già pochi giorni prima

Convocati in procura, i funzionari interrogati avrebbero fatto mettere a verbale che era stato reso noto il rischio di infiltrazioni di terroristi o di pericolosi criminali tra i migranti in attesa di imbarco dalle coste del nord Africa. Se ne era discusso durante una importante riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica svoltosi in Calabria. Gli uomini del Viminale avrebbero quindi sostenuto che vi era il timore che alcuni individui pericolosi potessero essere mescolati ai migranti soccorsi dalla Diciotti.

Gli stessi uomini della Polizia avrebbero anche contestato l'aggravante del sequestro dovuta alla motivazione che le persone a bordo fossero stremate. Hanno infatti ricordato che il 22 agosto, giorno in cui fu dato lo sbarco, in molti rimasero a bordo volontariamente per circa due ore al fine di poter terminare un rito religioso. Una tesi che contrasterebbe chi sostiene che le loro condizioni psico-fisiche fossero gravi.