Continua ad alimentare polemiche e discussioni l'ormai tanto famoso argomento legato al reddito di cittadinanza che, a breve, dovrebbe prendere il via e trovare finalmente applicazione. Dopo tante parole e un grande Lavoro fatto dal nuovo governo per realizzare quello che è stato il provvedimento 'bandiera', infatti, tra marzo e aprile dovrebbe esserci l'introduzione definitiva dello strumento che permetterà ad alcune determinate categorie di persone di ricevere un sussidio economico piuttosto sostanzioso. E siccome si tratta di un qualcosa di molto appetibile e che potrebbe nascondere dietro di sé alcuni furbetti, secondo quanto riferito dal quotidiano Il Messaggero, il Movimento Cinque Stelle ha previsto anche un filtro 'anti-furbetti', che farà sì che vengano evitati alcuni imbrogli.

Previste alcune limitazioni per il reddito di cittadinanza

Stando a quanto si apprende, infatti, questa è una delle novità presenti all'interno della bozza del reddito di cittadinanza. Il primo paletto che verrà posto riguarderà coloro i quali decideranno di licenziarsi proprio per ottenere il sussidio, magari continuando a lavorare a nero senza che la sua attività risulti da nessuna parte. Dopo le novità riguardanti il divieto di usufruire del reddito di cittadinanza per chi possiede più di 5mila euro in banca, anche tutti quei nuclei familiari che hanno un componente disoccupato a causa di dimissioni volontarie, nei 12 mesi successivi al momento in cui ha deciso di dimettersi, non riceverà il beneficio.

Ovviamente, tranne nel caso in cui le dimissioni siano la conseguenza di una giusta motivazione.

Una disposizione a parte verrà poi introdotta per tutti coloro i quali si rendono protagonisti di separazioni o divorzi di comodo. Marito e moglie, infatti, è previsto che rimangano a far parte dello stesso nucleo familiare, anche nel caso in cui ci dovesse essere lo scioglimento della coppia, se i due continuano a risiedere nella stessa casa.

Fin quando la coppia risulterà essere sotto lo stesso tetto, quindi, ai fini del reddito di cittadinanza, è come se continuassero ad essere coniugi. Un altro provvedimento riguarderà i figli per evitare che questi si stacchino dal nucleo della loro famiglia per ricevere il tanto agognato reddito. Infatti, nel caso in cui il figlio sia un minore di ventisei anni o sia a carico dei genitori ai fini dell'Irpef, oppure, pur non abitando con i genitori, non abbia figli, questo continuerà ad essere considerato sulle spalle dei suoi genitori.