Il Movimento Cinque Stelle si affaccia al 2019 con la consapevolezza di vivere una stagione politica importante. Sarà l'anno in cui quella che sembrava quasi un'utopia grillina diventerà realtà: il reddito di cittadinanza. Lo scetticismo di una parte dell'opinione pubblica non manca, ma chi risiede all'esecutivo, tra cui il ministro Di Maio, ha tutta l'intenzione di dimostrare che la misura sociale in questione non sarà una pratica meramente assistenzialista, ma un'opportunità di rilancio per l'ormai assente crescita dell'economia italiana.

Comunque vada il reddito sarà realtà

La bozza del decreto legge, di fatto, rappresenta il primo vero segnale concreto del progetto del reddito di cittadinanza. Oggi si ha una prima idea su come i 780 euro di partenza possano incrementarsi in base alla composizione del nucleo familiare e di quali potrebbero essere i potenziali destinatari. Resta invece piuttosto complicato prefigurare già da adesso come cambieranno le cose sul fronte dei centri per l'impiego. C'è l'esigenza di riformare le strutture in maniera tale da poter seguire i beneficiari del reddito di cittadinanza dal momento in cui iniziano a percepirlo fino a quando vengono piazzati nel mondo del lavoro. Per questa funzione scenderanno in campo quelle figure professionali che vengono definite "navigator".

La distribuzione delle risorse

Nel biennio 2019-2020 è prevista una spesa limite di 250 milioni che sarà finalizzata a contrattualizzare i ''navigator''. Gli interventi previsti dalla bozza riguardano anche una serie di stanziamenti volti ad aumenteranno il numero degli addetti impegnati nell'applicazione della misura. L'Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro), ad esempio, sarà autorizzata (entro i limiti di un milione di euro) a stabilizzare quei lavoratori che attualmente, in maniera precaria, prestano servizi all'interno dei centri per l'impiego.

A ciò si aggiungono circa 50 milioni di euro per assumere personale da collocare all'interno delle strutture Inps, mentre 20 milioni saranno destinati ai Caf. Questo permetterà ai beneficiari di presentare domanda direttamente ai Caf, a patto che siano convenzionati con l'ente previdenziale. Il tutto per dare vita ad un sistema in grado di rispondere a quelle che sono le necessità del reddito di cittadinanza per come lo si intende concepire da parte del governo. Dalle indiscrezioni emerse, inoltre, sembrerebbe non mutato il numero dei beneficiari del reddito di cittadinanza, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 milioni di individui.