Luigi Di Maio decide di opporsi alla marea montante di un fronte politico bipartisan contrario all’entrata in vigore del reddito di cittadinanza. E lo fa attraverso un breve video pubblicato su Facebook (guarda qui sotto) in cui prevede che tutti i nemici del reddito, da destra a sinistra, passando per i cattolici, moriranno radical chic perché, questa l’accusa del leader M5S, si sono dimenticati delle sofferenze di tutti i milioni di disoccupati italiani. Il suo dito è puntato contro il Pd, Forza Italia, ma anche contro la destra di Fratelli d’Italia e i movimenti cattolici come le Acli e la stessa Cei che si sono detti favorevoli a un referendum abrogativo.
Luigi Di Maio difende il reddito di cittadinanza
“Qui c’è una sola certezza - comincia così il breve video di circa 30 secondo postato da Luigi Di Maio sui canali ufficiali del M5S - che prima si diceva ‘moriremo democristiani’ in politica, no? Oggi io dico a questi signori - attacca il leader pentastellato - che vogliono fare i referendum contro il reddito di cittadinanza, o vogliono abolire il decreto dignità, che non noi, ma i dati della Regione Veneto, dicono che sta andando bene, dico morirete radical chic. Insomma, conclude minaccioso il ministro del Lavoro, “morirete avendo dimenticato totalmente che cosa significa la sofferenza di chi non ha un lavoro, che cosa significa la sofferenza di chi non ha reddito, che cosa significa avere due figli e non poterli sfamare”.
Da destra a sinistra, il fronte dei favorevoli al referendum: il Pd
Ma a chi sono rivolte le accuse lanciate da Luigi Di Maio? Il fronte anti reddito di cittadinanza che sta spingendo per indire un referendum abrogativo è, infatti, molto variegato. Il primo ad esprimersi in questo senso è stato Sandro Gozi del Pd, ex sottosegretario agli Affari europei e ultrà europeista del governo Gentiloni.
Gozi ha anche lanciato una campagna per la raccolta firme, anche se la legge ancora non c’è. Favorevoli alla sua iniziativa si sono dimostrati subito molti esponenti Dem, tra i quali Andrea Marcucci e Maria Elena Boschi (protagonista di una gaffe perché ha utilizzato senza permesso il titolo di una canzone de Lo Stato Sociale, Una vita in vacanza, per inquadrare il reddito di cittadinanza).
La destra e il mondo cattolico
Spostandoci da sinistra a destra dello spettro politico, il primo a smuovere le acque contro il reddito di cittadinanza è stato il direttore di Libero Vittorio Feltri, convinto che “un bel referendum sul tema in questione garantirebbe un successo clamoroso a Forza Italia”. Giudizio che ha raccolto subito i favori di Mara Carfagna. Anche un’altra donna di destra, Giorgia Meloni, ha già annunciato che “Fdi è pronta a costituire i comitati per la raccolta delle firme”. Ad unirsi all’allegra compagnia dei contrari al reddito è stato anche il mondo cattolico. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, ha fatto sapere che “abolire la povertà sarà difficile”. Anche le Acli, associazione dei lavoratori cattolici, ha addirittura bollato il reddito di cittadinanza come un “passo indietro nella lotta contro la povertà.