A che punto è il progetto di una lista unitaria ed europeista dei movimenti politici di centrosinistra che l’ex ministro Carlo Calenda sta cercando di mettere insieme attraverso il suo progetto ‘Siamo europei’ in vista delle elezioni Europee della prossima primavera? Evidentemente le cose non stanno andando come sperato dal politico iscrittosi al Pd subito dopo la debacle elettorale del 4 marzo 2018, visto che Calenda si è sentito in dovere di scrivere una lettera aperta al Corriere della Sera per rendere noto che, se il problema per i partiti di sinistra, Pd compreso, è la sua persona, lui è disposto a tirarsi indietro, per “cedere il passo” come frontman della nuova aggregazione niente di meno che a Paolo Gentiloni.

Non proprio un trascinatore di folle. Il predecessore di Luigi Di Maio al ministero dello Sviluppo economico si dice comunque convinto che milioni di persone siano pronte a mobilitarsi a difesa del suo manifesto europeista.

La lettera di Carlo Calenda al Corriere della Sera: ‘Pronto a cedere il passo a Gentiloni’

A circa tre settimane dal lancio in pompa magna del nuovo progetto politico di Carlo Calenda, una lista unitaria europeista di tutte le forze politiche gravitanti intorno all’area di centrosinistra, l’ex ministro si ritiene in dovere di fare il punto della situazione. Il politico del Pd lo fa attraverso una lettera aperta pubblicata dal Corriere della Sera questa mattina. Già dall’incipit si intuisce il tono bellicoso, alternato a quello mellifluo, che Calenda ha deciso di utilizzare.

Prima si rivolge duramente contro i partiti della sinistra italiana invitandoli a farla finita con i tatticismi ma, allo stesso tempo, annuncia di essere disposto a fare un passo indietro per lanciare Paolo Gentiloni come potenziale leader del nuovo rassemblement. Un doppio registro con il quale Calenda vorrebbe convincere i riottosi e gli indecisi.

‘La quasi totalità degli elettori di centrosinistra sostiene la lista unica’

L’obiettivo di Carlo Calenda di dare vita ad una lista unitaria che si ponga l’obiettivo di sostenere una nuova Europa, “non quella attuale franco-tedesca”, sembra forse più lontano rispetto agli entusiasmi suscitati solo poche settimane fa. Le rassicurazioni dell’ex ministro, infatti, sembrano non aver convinto i partiti che dovrebbero far parte della coalizione (Pd, Più Europa, Italia in comune etc), rimasti “freddi” a suo dire.

Non come “cittadini e amministratori locali” che, invece, aggiunge, avrebbero risposto con “entusiasmo”. L’accusa, rivolta soprattutto alla classe dirigente Dem, ma anche ai boniniani di Più Europa, è quella di non voler “condividere l’orizzonte politico” prospettato dalla sua idea di lista unitaria. Calenda rivela che, in privato, alcuni esponenti del Nazareno gli avrebbero rivelato la paura di una “scalata ostile” al partito. Eventualità che il politico romano, classe 1973, respinge con forza promettendo di “cedere il passo a Gentiloni” come leader. Ma non solo, perché, secondo un sedicente “sondaggio commissionato dallo stesso Pd - conclude il suo appello Carlo Calenda - la quasi totalità degli elettori delle tre forze politiche in questione sostiene la costituzione della lista unica”.