Gli scafisti che trasportano carne umana dalle coste della Libia nel Mediterraneo, per poi affidare il loro prezioso carico a imbarcazioni di salvataggio come quelle delle Ong, si fanno liberamente pubblicità su internet. Come documentato da un servizio mandato in onda dal tg1 e condiviso sulla sua pagina Facebook dal ministro dell’Interno Matteo Salvini (guarda il video qui sotto), i trafficanti di uomini pubblicano il loro tariffario, informazioni sul tipo di imbarcazione utilizzata per la traversata e persino prezzi speciali per minori e bambini.
Durante una telefonata con un finto migrante, uno degli scafisti si vanta persino di essere in contatto con le navi di salvataggio che si trovano al largo della Libia.
‘Bambini sotto i 10 anni metà prezzo, i bambini sotto ai due anni invece viaggiano gratis’
Il servizio di Vittorio Romano, mandato in onda dal Tg1, è illuminante sulla situazione dell’emergenza migranti nel Mediterraneo. “I video delle traversate usati come spot pubblicitari, il listino dei prezzi sotto gli annunci con le foto delle barche. È con post come questi - il giornalista della Rai mostra la pagina di un profilo Facebook in lingua araba - che gli scafisti attirano in Libia i migranti che vogliono raggiungere l’Italia”. Romano, inviato all’Università di Trento, intervista Gabriele Baratto, ricercatore e-crime nell’ateneo del capoluogo trentino.
“Questo è uno dei profili dei trafficanti che abbiamo trovato - spiega Baratto - e questa pagina si chiama proprio ‘Immigrazione dalla Libia verso l’Italia’ e contiene diversi annunci. Barche da 26 metri, 25 passeggeri, bambini sotto i 10 anni metà prezzo, i bambini sotto ai due anni invece viaggiano gratis”.
‘Di solito trovi sempre un numero di telefono’
Il servizio del Tg1 prosegue puntualizzando che gli scafisti su internet “non parlano dei naufragi, pubblicano solo le storie di chi ce l’ha fatta e ora vive felice in Germania con la sua fidanzata (viene mostrato il profilo Fb di un migrante ndr). Ma cosa fanno i trafficanti di esseri umani sul web?”.
A rispondere è Andrea Di Nicola, professore di Criminologia presso la stessa università: “Dicono rotte, prezzi, tipologie di imbarcazioni e di solito trovi sempre un numero di telefono per essere contattati via Viber o via Whatsapp”. Subito dopo parte il suono di una telefonata. A rispondere è “la voce di uno scafista di Zuara, in Libia - spiega il giornalista - Il suo numero è ancora su Facebook (Morad Zu Wara 00218924908001). I ricercatori di Trento si sono finti migranti e hanno registrato questa telefonata il 29 gennaio scorso”.
‘Abbiamo dei contatti con le navi di salvataggio’
È ancora la voce narrante di Romano a chiarire che “lo scafista spiega che il viaggio verrà effettuato con una barca di nove metri, in legno, da 40 cavalli.
‘A 55 miglia dalla costa ci sono due navi di salvataggio, vi caricano e vi portano in Sicilia’, racconta e aggiunge: ‘Abbiamo dei contatti con loro’. Probabilmente millanta, diverse inchieste hanno ipotizzato rapporti tra scafisti e Ong, ma nessuna sentenza lo ha mai certificato. ‘Quando c’erano più navi - racconta ancora il criminale - bastavano quattro ore. Adesso la traversata dura anche nove ore, ma non ti preoccupare, arriverete in Italia’”. Logico per Matteo Salvini cogliere subito la palla al balzo per denunciare quello che lui dice di aver sempre sostenuto.