Si è concluso alle ore 11.30 il vertice a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, con la presenza anche del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, per discutere dell'affaire Tav e provare a risolvere un grattacapo che divide la maggioranza e crea malumori e lacerazioni anche tra gli stessi componenti del Movimento Cinque Stelle.

Nessuno confidava in una risoluzione immediata, ma si trattava di un incontro quanto mai necessario, anche in vista delle europee del 26 maggio, per cominciare a porre le basi per uscire dall'oscurità di questo tunnel che non lascia indifferente l'opinione pubblica.

La decisione entro venerdì

Il risultato? Rinvii su rinvii. Infatti, al termine del vertice, il premier Conte ha dichiarato che la decisione sulla questione del collegamento ferroviario Torino-Lione sarà presa entro la giornata di venerdì 8 marzo e non è previsto alcun confronto con i cugini d'Oltralpe. "Prenderemo la scelta migliore nell'interesse nazionale" - ha puntualizzato il premier - "Senza trascurare nessun aspetto per una decisione corretta, quindi il governo non può cadere". "Perciò" - ha aggiunto - "Partiremo dall'analisi costi-benefici e domani sera ci riuniremo per un nuovo vertice anche con i tecnici".

I contenuti della riunione

Punto chiave del vertice a Palazzo Chigi è la realizzazione della Tav, un punto che contrappone drasticamente i due poli costituiti da Luigi Di Maio, contrario alla realizzazione, e Matteo Salvini, che si batte per la messa in atto della grande opera.

Fra i due, il Presidente del Consiglio che, nelle scorse settimane, aveva richiesto all'ingegnere Marco Ponti, la nuova stesura dell'analisi costi-benefici che tenesse conto solo delle spese che l'Italia dovrebbe affrontare da sola.

In particolare, il quesito su cui si è catalizzata l'attenzione dell'esecutivo ha riguardato la possibilità di dare il via libera per i nuovi bandi alla Telt, ovvero alla società italo-francese a cui sono stati affidati i lavori e, all'interno della quale, i migliaia di lavoratori vivono in uno stato d'incertezza, pur mostrando determinazione e ostinatezza nel proseguire i lavori.

In ogni caso, è bene che l'esecutivo decida entro la giornata di lunedì 11 marzo, poiché conseguenza di questo navigare in acque mosse è la perdita dei finanziamenti disposti dall'Unione Europea.