Quello tra Laura Boldrini e Matteo Salvini è un rapporto particolarmente burrascoso. Tra i due non si contano il più numero di stilettate che l'uno ha riservato all'altro. Uno scontro che matura sui social, dal vivo ed anche in Parlamento. L'ultima puntata vede protagonista l'ex Presidente della Camera dei Deputati che, nel corso del dibattimento riservato alla reintroduzione dell'insegnamento dell'educazione civica, tira in ballo il Ministro dell'Interno etichettandolo con espressioni che segnano l'ennesimo attacco dell'esponente di Leu al leader della Lega.

Parole che, qualora ce ne fosse bisogno, certificano ulteriormente lo scarso feeling tra i due e un rapporto difficile che forse va ben oltre le marcate differenze del rispettivo pensiero politico.

La Boldrini cita i buoni esempi

La Boldrini, in riferimento a quello di cui secondo lei avrebbero bisogno i giovani, sottolinea come non siano utili sermoni, quanto i buoni esempi, ricordando l'insegnamento di Sandro Pertini. In particolare la parlamentare evidenzia come le camere di rappresentanza del popolo, ossia la Camera dei Deputati ed il Senato, rappresentano un luogo in cui maturano i buoni esempi nel momento in cui maturano confronti caratterizzate dal rispetto reciproco, seppur da posizioni sensibilmente differenti.

Il buon esempio per i giovani, secondo la Boldrini, sarebbe anche quello in cui i parlamentari adempiono alla loro funzione "con disciplina ed onore" secondo quanto regolamentato dall'articolo 54 della Costituzione. Laura Boldrini, però, sottolinea come ci siano casi in cui siano pessimi esempi ed in quel caso tira in ballo proprio il Ministro dell'Interno.

L'attacco a Salvini è chiaro

Quello al Ministro non è subito un riferimento diretto. La prende prima alla larga la Boldrini circoscrivendo i pessimi esempi a quando "si usano tutti i mezzi anche i meno leciti, per dileggiare e offendere l'avversario. Quando lo si considera un nemico da annientare e da abbattere". Il riferimento diventa chiaro nel momento in cui si cita come pessimo esempio il fatto che non si valorizzino i connotati anti-fascisti di una festa come il 25 aprile, declassandola a derby tra fazioni.

"E se lo fa un Ministro dell'Interno - sottolinea la deputata - è ancora più grave. L'esempio è pessimo." La Boldrini poi in riferimento all'oggetto del giorno rincara la dose: "L'aggettivo unico e possibile da usare è pessimo. Penso che quel Ministro dovrebbe lui ricevere qualche lezione di educazione civica". Si attende a questo punto quella che sarà la replica del Ministro che è solito replicare alle accuse.