Un Europarlamento più frammentato rispetto al recente passato, dove i sovranisti non sfondano e restano piuttosto marginali e dove il vero boom è di Liberali e Verdi. I due blocchi tradizionalmente più forti, Popolari e Socialdemocratici, non riusciranno a formare una maggioranza e dovranno cercare una sponda nei due schieramenti citati.

La distribuzione dei seggi

In base alle stime che sono comunque vicinissime alla realtà dei fatti, voto più voto meno, il Ppe ed i Socialdemocratici avranno, rispettivamente, 179 e 150 deputati. La maggioranza dell'Europarlamento sancita nel 2009 viene meno di circa 46 seggi (il Ppe ne aveva 221 dopo le elezioni del 2014 mentre i Socialdemocratici 191).

Ci sono dunque gruppi che hanno aumentato sensibilmente il loro peso ad iniziare dai liberali di ALDE che hanno superato i 100 seggi (dovrebbero essere 107) ottenendo il loro miglior risultato di sempre. I Verdi otterranno invece 70 seggi ed è evidente che rappresentano la vera novità del Parlamento. L'ondata ecologista è andata benissimo in Francia, Germania, Belgio ed Irlanda e si è consolidata in parecchi Paesi. Tra quelli in controtendenza figura l'Italia, dove non sono riusciti a superare la soglia del 4 per cento.

Cambiano i rapporti di forza tra i gruppi euroscettici

I riflettori erano puntati sul fronte sovranista i cui maggiori protagonisti sono stati i partiti di Matteo Salvini e Marine Le Pen in Italia e Francia.

Il loro gruppo di destra radicale, ENL, dovrebbe avere 58 seggi, gli stessi del gruppo ECR degli euroscettici 'moderati'. Quest'ultimo ha i suoi punti di forza nella destra polacca e nei conservatori britannici. Resta incerto il destino del gruppo EFDD che a questo punto potrebbe essere costituito dal M5S e dai parlamentari di Nigel Farage che ha trionfato nel Regno Unito.

Il Brexit Party ha virtualmente preso il posto dello UKIP. Quasi nessuna delle altre forze politiche con cui i 5 Stelle avevano annunciato una possibile alleanza è riuscita ad entrare nell'Europarlamento e, pertanto, lo schieramento di appartenenza dei grillini dovrebbe essere questo con un rapporto di forza e di peso molto sbilanciato in favore dei colleghi britannici.

Le possibili alleanze

Formare una maggioranza, pertanto, sembra molto più complesso rispetto al recente passato. La sola alleanza tra Ppe e Socialdemocratici non sarà sufficiente, mentre ALDE e Verdi sembrano gli alleati naturali. Chiaro che questi chiederanno un prezzo politico non indifferente per entrare in una maggioranza di governo, magari la presidenza dell'assemblea oppure di qualche commissione importante. "Abbiamo lavorato cinque anni per rompere i monopoli - ha dichiarato Margrethe Vestager, leader di spicco di ALDE - ed è quello che è accaduto. Ora possiamo fare le cose in modo diverso". Con buona pace di Salvini e Le Pen, invece, anche un fronte populista allargato tra destra radicale e vari partiti euroscettici non ha i numeri per comporre una maggioranza, anche perché gli altri partiti hanno già detto a chiare lettere che non hanno intenzione di comporre un'alleanza che comprenda le destre anti-UE.