Matteo Salvini, in un modo o nell'altro, continua a far parlare di sé. In molti gli contestano il suo modus operandi, ma persino il modo in cui proverebbe ad acquisire consenso elettorale. Negli ultimi tempi, tra l'altro, è diventato ricorrente il fatto che il leader della Lega finisca per andare in conflitto con la Chiesa. Il tutto sembra non sposarsi alla perfezione con i gesti che lo vedono baciare il rosario o usare altri simboli religiosi per rendere pubblica la sua fede cattolica. L'ultimo duro attacco dalla Chiesa verso il ministro dell'Interno arriva direttamente dal vescovo di Mazara che non ha usato giri di parole per manifestare il proprio dissenso rispetto al modus operandi del leader del Viminale.

L'accoglienza è uno dei nodi della discordia

Matteo Salvini non ha mai fatto mistero della sua fede cattolica. Pur non definendosi un buon cristiano, non ha mai fatto nulla per nascondere la sua fede religiosa. Lo si è visto baciare il Vangelo e il rosario in pubblico: per qualcuno si è trattato di gesti sentiti, per altri di un gesto finalizzato ad accaparrarsi consenso elettorale da parte chi è vicino al mondo cattolico. Ma questi non sono che i punti di vista che emergono quando c'è da analizzare le mosse di un politico. Quello che, però, negli ultimi tempi è stato una costante di diverso modo di vedere le cose, ad esempio, tra il ministro ed il Papa. Dal Vaticano sono sempre arrivati appello all'accoglienza, dal Viminale, invece, non è mai stata messa in discussione la linea dura verso l'ingresso dei migranti attraverso i porti.

Salvini ha sempre sottolineato come il suo modo di agire serva anche e soprattutto a preservare vite umane, considerando che tenere chiusi in maniera ermetica i confini italiani serve anche a scoraggiare chi volesse partire, evitando migliaia di morti nel Mediterraneo. Nella sua cattolica visione delle cose l'Italia e l'Europa avrebbero il compito di aiutare gli africani in loco, evitando che invadano i territori europei, già saturi.

Il vescovo di Mazara va giù duro contro il ministro

Sula base di questi ragionamenti, con buona probabilità, il vescovo di Mazara ha inteso recapitare un messaggio particolarmente duro nei confronti del ministro. Parole simboliche, perché, di fatto, provengono da un alto prelato operante in uno dei territori di confine, ossia la Sicilia.

"Non possiamo più - ha detto Monsignor Mogavero - permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico. Chi è con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell'amore". Lo ha dichiarato nell'ambito dell'assemblea dei vescovi italiani a Roma".