Alle prossime elezioni Europee Paolo Cirino Pomicino e i suoi “amici” voteranno per il Pd. A dare per primo questa clamorosa notizia, alcuni giorni fa, è stato il quotidiano Repubblica, molto vicino alle posizioni Dem, che ha descritto per filo e per segno il faccia a faccia avvenuto tra l’ex politico della Dc negli anni ‘80, protagonista negativo di Tangentopoli, e il nuovo segretario del Nazareno, Nicola Zingaretti. Come dichiarato successivamente dallo stesso Pomicino nel corso di una intervista al Fatto Quotidiano, alcuni suoi fedelissimi, legati a partiti centristi ormai dissolti o ridotti ai minimi termini, sono pronti a seguirlo in questa nuova avventura ‘a sinistra’.
Una circostanza, quella dell’accordo tra il famigerato ‘O Ministro di Giulio Andreotti e la nuova gestione Pd che ha indotto proprio il direttore del Fatto, Marco Travaglio, a bollare i due uomini politici come “pomicioni”.
L’annuncio di Cirino Pomicino: ‘Pd unico partito non personalizzato, Lega e M5S sono casermaccia’
La notizia dell’arruolamento di Paolo Cirino Pomicino nelle fila del Pd zingarettiano l’ha data tre giorni fa, come già accennato, uno degli organi di stampa di riferimento dei Dem. La Repubblica scrive infatti di “incontro tra il leader e l’ex ministro Dc”, avvenuto a Napoli la scorsa settimana, e di “prove tecniche di nuove alleanze che guardano al Sud”. Il giornale fondato da Eugenio Scalfari fornisce anche una lista dei “fedelissimi” del potente politico campano pronti a tingersi di rosso.
Si tratta di amministratori locali e deputati, attuali o ex, tutti provenienti da partiti come Forza Italia, Udc o Udeur. A parlare della sua ‘svolta a sinistra’ è lo stesso Pomicino, intervistato ieri dal Fatto Quotidiano. L’ex andreottiano conferma l’incontro con Zingaretti all’Hotel Vesuvio (“è vero, l’ho incontrato”) e parla del Pd come di un “partito che si differenzia dagli altri” perché, a differenza di Lega e M5S considerati “partiti autoritari” e “casermaccia”, conserverebbe ancora una “democrazia interna”.
Insomma, dopo l’addio forzato di Matteo Renzi, il Pd è l’unico partito “non personalizzato”, visto il peso politico e l’appeal elettorale del neo segretario. Del Pd Pomicino adora soprattutto le “correnti”, simbolo di un “partito plurale” proprio come la sua amata Dc.
L’ironia di Marco Travaglio su Pomicino e Zingaretti: ‘Pomicioni’
Paolo Cirino Pomicino aggiunge anche di non avere “più l’età per candidarmi”, per poi però dichiarare sibillino: “Qualcuno di noi, qualche voto, qualche simpatia, la ha ancora. Certo se io dico che mi oriento a votare per il Partito democratico, i miei amici votano per il Partito democratico”. Insomma, il vecchio ras della Dc, ad 80 anni suonati, esercita ancora un certo potere, almeno dalle parti della sua Napoli. La notizia della discesa in campo de ‘O Ministro in favore del Pd, non poteva che scatenare un insostenibile prurito alle mani in Marco Travaglio. Il direttore del Fatto, nel suo consueto editoriale pubblicato questa mattina, ripercorre tutta la ‘carriera tangentista’ di Cirino Pomicino, fino alla famosa “tangente della Madonna”.
Ma non riesce a prendersela direttamente con il protagonista di questa vicenda perché, aggiunge, “il problema non è Pomicino che s’offre, ma il Pd che se lo piglia”. Prima di chiudere, Travaglio si chiede anche retoricamente “chi siano questi ‘amici’ di Pomicino” il cui “bacio della morte” farà sicuramente perdere più voti ai Dem di quelli che gli farà guadagnare.