Il tesoriere del Pd, Luigi Zanda, con una intervista al Corriere della Sera annuncia di aver dato mandato ai suoi avvocati di citare in giudizio in sede civile il leader del M5S, Luigi Di Maio, per aver distorto volutamente il significato e il contenuto del disegno di legge da lui presentato che prevede di adeguare gli stipendi dei parlamentari italiani a quelli dei colleghi europei. Nella stessa occasione, Zanda ha però annunciato di voler ritirare già oggi la sua proposta. Non tanto perché non la ritenga valida e giusta, quanto per evitare “manipolazioni politiche”.

Una notizia che scuote la politica italiana, visto che i pentastellati da mesi battono sul chiodo della presunta volontà del Pd di aumentare gli stipendi della casta, mentre i Dem, con il segretario Nicola Zingaretti in testa, che lo ringrazia per aver denunciato Di Maio, rigettano questa versione parlando di bugie del M5S.

L’intervista di Luigi Zanda al Corriere della Sera: ‘La distorsione della verità è intollerabile’

Intervistato da Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera, Luigi Zanda torna a dare fuoco alle polveri della polemica, mai sopita, con il M5S nata intorno alla sua proposta di legge sugli stipendi dei parlamentari. Il neo tesoriere del Pd si dice “sorpreso” dal “rumore” provocato dal suo ddl che considera equo perché garantirebbe una “maggiore qualità della democrazia”.

Ma la sua rabbia è rivolta tutta contro Luigi Di Maio che, insieme al suo Movimento, persiste in un “atteggiamento” definito di “rarissima arroganza”. Il giovane leader pentastellato viene accusato di essere affamato di potere, visto che, oltre al ruolo di “capo partito”, Vicepremier e Ministro di due dicasteri, aspirerebbe anche al ruolo di “grande inquisitore e giudice” allo scopo di “cambiare il vero con il falso”, come accaduto nel caso del ddl sugli stipendi dei parlamentari.

Zanda, come già accennato, lo ritirerà oggi stesso per motivi di opportunità politica, senza però togliersi la soddisfazione di denunciare Di Maio in sede civile perché, dice, “la distorsione della verità non è tollerabile”. Parole di fuoco che trovano immediata sponda nel segretario Nicola Zingaretti, il quale si sente di ringraziare Zanda perché “di fronte ad una aggressione vergognosa fondata sulle bugie, non solo ha ritirato il testo di legge, ma anche annunciato una denuncia per danni a Di Maio”.

La risposta del M5S: ‘Pd alla farsa’

Ovviamente opposta l’interpretazione data dal M5S alla decisione di Luigi Zanda di ritirare il ddl sugli stipendi dei parlamentari. Zingaretti, scrivono i pentastellati sul blog delle stelle, sarebbe stato “sbugiardato dal suo stesso tesoriere”. Per questo, aggiungono, “avevamo ragione noi”. I Dem sarebbero in “confusione totale” perché sul tema si sarebbero contraddetti più volte, fino ad arrivare alla “farsa” del tesoriere che “sconfessa” il segretario del suo partito. Zanda, intanto, “straparla di attacco alla democrazia e minaccia causa a Di Maio”, ma sono loro che dovrebbero essere citati per danni da “tutti i cittadini italiani “per le loro proposte assurde di reintrodurre finanziamento pubblico e vitalizi”.