Nuovo capitolo dello scontro infinito tra lo scrittore Roberto Saviano e il leader della Lega Matteo Salvini. I recenti fatti di cronaca avvenuti a Roma, dove i residenti del quartiere di Casal Bruciato si sono ribellati contro l’arrivo di una famiglia rom di origine bosniaca, legittima assegnataria di un alloggio popolare, hanno indotto l’autore di Gomorra a pubblicare un post al vetriolo sui suoi profili social in cui definisce nuovamente Salvini ‘Ministro della Mala Vita’, ritenendolo legato pure ai fascisti di casapound. Il Vicepremier viene anche accusato di aver ridotto il corpo della Polizia di Stato a “servizio d’ordine a disposizione della campagna elettorale di un partito”.

Parole che suscitano l’immediata e indignata reazione degli agenti, costretti a precisare che la polizia di Stato “serve il Paese”. Inevitabile che lo scontro Saviano-polizia dovesse coinvolgere i frequentatori dei social, infuriati con lo scrittore.

Il post di Roberto Saviano contro Matteo Salvini

Nel pomeriggio di ieri, 8 maggio, roberto saviano decide di dire la sua sulla rivolta anti rom di Casal Bruciato, che ha portato persino ad una durissima contestazione alla sindaca di Roma Virginia Raggi, accorsa sul posto per portare solidarietà agli ‘zingari’ oggetto dell’odio vendicativo dei romani. Lo scrittore napoletano se la prende per prima cosa col “Ministro della Mala Vita” per aver pronunciato “parole troppo ambigue” su quanto successo.

“Certi episodi di violenza non sono mai giustificabili, da qualunque parte arrivino”, queste le dichiarazioni di Matteo Salvini che, a detta di Saviano, danno l’impressione che il Ministro “cerchi di non indispettire i cani di Casapound” che ormai si comportano come “squadristi” contro donne e bambini indifesi. L’inevitabile conseguenza della strizzatina d’occhio del leader leghista ai fascisti sarà la violenza che prima o poi si scatenerà a Roma e di cui Salvini dovrà essere considerato il “responsabile politico”.

Le accuse alla polizia di Stato, la replica e gli insulti a Saviano sui social: ‘Bella figuraccia Robbè’

Il post di Roberto Saviano si conclude poi con una “riflessione” sul fatto che la polizia di Stato si sia fatta ridurre da Matteo Salvini a “servizio d’ordine a disposizione della campagna elettorale di un partito”, visto che gli agenti sono costretti persino a “sequestrare striscioni a persone anziane, che pena”.

Un colpo basso nei confronti della polizia italiana che, infatti, decide di rispondere immediatamente commentando il post di Saviano su Twitter. “La polizia di Stato serve il Paese e non è piegata ad alcun interesse di parte - cinguettano gli uomini in divisa - Chi sbaglia paga nelle forme prescritte dalla legge. Che pena leggere commenti affrettati e ingenerosi per dispute politiche o per regolare conti personali”. Insomma, così come a Saviano fanno pena i poliziotti che fungerebbero da “servizio d’ordine” di Salvini, allo stesso modo Saviano fa pena alla polizia. Un giudizio condiviso da migliaia di utenti dei social network che commentano con insulti e minacce il post dello scrittore: “Bella figuraccia Robbè”.