Si parla ancora di Ong e dell'impossibilità a sbarcare in Italia, secondo quelli che sono i dettami del Ministro dell'Interno per effetto del così detto "decreto sicurezza bis". A parlare è,invece, Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, che ha concesso un'intervista a La 7 in cui ha sottolineato le difficoltà ad accettare l'idea che la Libia possa essere un porto sicuro secondo quelli che sono i dettami della politica italiana contro le Ong. Allo stesso modo ha messo in risalto il fatto che le nuove leggi italiane che riserverebbero multe a chi, senza autorizzazione, si presentasse nei porti italiani con migranti da sbarcare , non possono in alcun modo cambiare il diritto internazionale marino che, ad oggi, fa si che l'Italia e Lampedusa siano il porto più sicuro per far sbarcare la Sea Watch.

Ong e Salvini: uno scontro infinito

L'avvento di Matteo Salvini al Ministero dell'Interno ha fatto si che, agli onori delle cronache, siano finite le così dette navi Ong. Si tratta di imbarcazioni che, da tempo, si occupano di salvare i migranti nel mar Mediterraneo, pattugliando le rotte che di solito vengono percorse dai barconi che trasportano migranti dall'Africa alle coste europee ed italiane. Il leader della Lega, però, rispetto a quanto avvenuto negli anni passati, ha aperto uno squarcio di sospetto relativo alle loro attività, tant'è che spesso si è trovato a lanciare accuse pesanti nei confronti di queste organizzazioni, quasi a voler sottolineare che il sospetto che dietro di loro possa esserci qualche finanziatore occulto che abbia un interesse di qualche tipo a trasportare migranti verso l'Europa e ad alimentare quello che lui ha sempre definito il business dell'immigrazione.

Al grido di "Porti chiusi" e "la pacchia è finita" Salvini si è scagliato contro questi flussi, finendo persino al centro di inchieste giudiziarie per la scelta di privare queste Ong della possibilità di sbarcare in Italia. Basti pensare al caso Diciotti.

Polemica sul compenso della Linardi

Giorgia Linardi, intervenendo su La 7, ha posto l'accento sul fatto che, al momento, il mancato sbarco dipende dalla volontà di capire le esigenze dell'Italia che non può farsi carico di tutto il peso dei migranti e pertanto si sta facendo in modo che ci siano i tempi affinché Salvini e il suo omologo tedesco si mettano d'accordo per la ripartizione delle persone, considerato che la Germania avrebbe già dato disponibilità.

Nel frattempo Libero, proprio sulla Linardi, ha condotto un'inchiesta a partire da un volantino circolato sui social network e che parlava di un compenso da 5000 euro per la portavoce italiana di Sea Watch. La società non ha inteso rispondere alle domande del quotidiano sul reale compenso percepito, ma secondo le rilevazioni fatte dal quotidiano il suo compenso dovrebbe essere sempre migliori.

Tuttavia, il dato che emerge è che parlare di volontari rispetto a chi opera nelle Ong è una definizione sbagliata, considerando che, ad esempio, i presidenti di alcune società benefiche e che si reggono sulle donazioni si metterebbero in tasca centinaia di migliaia di euro annuali. Libero, parla, inoltre di stipendi per chi si avventura nei battelli, prima di fare eventualmente carriera, pari a circa 2000 euro. Rivela, inoltre, come la Sea Watch nell'ultimo anno avrebbe incassato quasi due milioni di donazioni, molti delle quali finirebbero nelle tasche di dirigenti che stanno lontani dal Mediterraneo.