Il ministro dell'interno Matteo Salvini è ricaduto in un vecchio errore. Come già accaduto a Torino, ha gioito per la "conclusione" di alcune operazioni di polizia prima che queste fossero realmente concluse. Forte l'irritazione delle procure di Monza e Prato, che hanno richiesto il silenzio stampa, per evitare che i risultati vengano danneggiati dalla fuoriuscita di informazioni. In simili circostanze, infatti, si rischia che una fuga di informazioni troppo anticipata permetta a persone coinvolte nei fatti di scappare.

Salvini gioisce per la conclusione di operazioni di Polizia prima che esse siano terminate

Come era già accaduto a Torino, quando l'ex procuratore Armando Spataro aveva richiamato il vicepremier dal pubblicare informazioni importanti quando le operazioni erano ancora in corso, anche stavolta Salvini ha commesso lo stesso errore. A richiamare il ministro, che gioiva già per gli arresti, stavolta è stata Luisa Zanetti, a capo della procura in Brianza. La Zanetti ha richiesto il silenzio stampa su un'inchiesta che coinvolge ben 11 persone di Varedo accusate di spaccio, detenzione di armi e tentato omicidio.

Ha infatti specificato che l'operazione è tuttora in corso, e pertanto la pubblicazione in anticipo di informazioni al riguardo mette a repentaglio l'esito positivo del tutto.

Invita quindi tutte le autorità a mantenere il più stretto riserbo.

Salvini invece aveva già detto che erano stati "beccati undici pregiudicati stranieri, quasi tutti irregolari, per tentato omicidio". Aveva anche aggiunto che costoro hanno scatenato una guerra per il controllo della droga a Varedo. Per concludere, aveva quindi dichiarato che non doveva esserci pietà per costoro, e aveva ringraziato i Carabinieri, chiedendo poi espulsioni e pene immediate.

Irritazione anche a Prato

Per le stesse ragioni, anche a Prato, dove a capo c'è Giuseppe Nicolosi, c'è stata irritazione. Qui infatti si sta lavorando su un'inchiesta riguardante il traffico di prostituzione, e che ha sinora prodotto tre misure cautelari verso 10 cittadini cinesi. Tutto è cominciato quando nell'estate del 2018 è probabile che due bande "rivali" si siano affrontate in una sparatoria.

Tra le persone agli arresti, è finito anche Lin Xia, gestore dell’hotel Luxory al Macrolotto uno.

In questo caso il ministro Salvini non ha parlato tramite i social, ma in occasione di una trasmissione televisiva ha espresso la propria gratitudine alle forze dell'ordine per essere intervenuti nei confronti di questi malviventi. Aveva infatti subito annunciato che dieci cinesi, tra cui sei clandestini, erano già stati arrestati.