La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), che ha sede a Strasburgo, ha fatto sapere di aver ricevuto una richiesta da parte dell’imbarcazione Sea Watch 3, appartenente all’omonima Ong tedesca battente bandiera olandese, allo scopo di sollecitare l’adozione di “misure provvisorie” contro il governo italiano per indurlo a far sbarcare i 43 migranti che da 12 giorni si trovano bloccati al largo dell’isola di Lampedusa. La Corte si sarebbe immediatamente attivata rivolgendo alcune domande sia alla Sea Watch che all’Italia, chiamata a rispondere necessariamente entro questo pomeriggio.

Le accuse di Matteo Salvini a Ue e governo olandese

Prosegue il braccio di ferro tra il governo italiano, nella persona del ministro dell’Interno Matteo Salvini, e i membri della Ong tedesca Sea Watch la cui imbarcazione, Sea Watch 3, è bloccata da 12 giorni a 15 miglia da Lampedusa con il suo carico umano di 43 migranti. Il leader leghista ha ribadito più volte che i porti restano chiusi per i convogli umanitari. Proprio nelle ultime ore il titolare del Viminale ha reso noto di aver scritto personalmente al suo collega olandese dicendosi “incredulo” per il comportamento tenuto dalle autorità ‘orange’ che si starebbero “disinteressando di una nave con la loro bandiera” che sta galleggiando “in mezzo al mare” da diversi giorni.

Salvini minaccia di ritenere “responsabile” di qualsiasi cosa dovesse accadere alle persone che al momento si trovano a bordo della Sea Watch sia il governo de L’Aia che l’Unione europea “assente e lontana come sempre”.

Sea Watch si rivolge alla Corte di Strasburgo

Per tutta risposta all’affondo di Matteo Salvini, la Sea Watch ha deciso, come riportato questa mattina da tutti i maggiori organi di stampa, di superare ugualmente i confini italiani per rivolgersi alla Corte di Strasburgo.

È lo stesso organo giurisdizionale internazionale, che non fa parte dell’Ue, a rendere noto di aver trovato sul suo tavolo la richiesta di adottare “misure provvisorie” pervenuta dalla Ong tedesca. Sea Watch desidera in tutti i modi agevolare lo sbarco dei migranti sulle nostre coste e, per questo, si appella ai regolamenti della Corte di Strasburgo che consentono al tribunale sovranazionale di chiedere di prendere quelle “misure urgenti” che servirebbero a”impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani”.

Se Matteo Salvini tiene la sua posizione, rafforzata ora anche dal decreto sicurezza bis, gli umanitari restano convinti che le leggi del mare debbano prevalere sempre sulle legislazioni nazionali. Alla Corte di Strasburgo l’ultima parola, anche se non si tratterà di una deliberazione vincolante.