L’attore beppe fiorello ospitato a Riace in alloggi ristrutturati con soldi pubblici e destinati ai migranti. È questa la nuova accusa mossa all’ex Sindaco del paese calabrese, Mimmo Lucano, dagli inquirenti dell’inchiesta Xenia e, soprattutto, da Il Giornale. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti pubblica, infatti, delle intercettazioni telefoniche, risalenti al 2017, che dimostrerebbero la volontà di Lucano di far alloggiare i membri della troupe che avrebbe dovuto girare la fiction Rai su Riace (ora sospesa) proprio negli appartamenti ristrutturati con denaro pubblico e destinati all’accoglienza dei profughi.

Insomma il sistema Sprar, fiore all’occhiello dell’amministrazione Lucano, sarebbe servito non solo a ripopolare il paese di migranti, ma anche a ospitare amici e amici degli amici, tutto a spese dello Stato.

Sospesa la fiction su Riace con Beppe Fiorello protagonista

È notizia di pochi giorni fa la sospensione della fiction Rai su Riace, intitolata Tutto il mondo è paese, che avrebbe dovuto avere come protagonista il noto attore Beppe Fiorello. Mimmo Lucano ha commentato denunciando la presunta censura imposta dalla Lega di Matteo Salvini sull’esempio di accoglienza costruito da lui stesso nella cittadina calabrese. Peccato che, secondo quanto riporta oggi il Giornale, il sistema-Lucano facesse acqua da tutte le parti anche in questo caso.

Le intercettazioni pubblicate dal quotidiano berlusconiano sembrerebbero infatti inchiodare l’ex Sindaco di Riace alle sue responsabilità. Secondo quanto emerge, Fiorello e tutta la troupe al seguito avrebbero dovuto essere ospitati “nelle case in uso allo Sprar e inserite nel database della prefettura di Reggio Calabria”. Abitazioni già ristrutturate e ammobiliate con il denaro destinato all’accoglienza, in cui avrebbero dovuto mettere piede soltanto i migranti.

Le intercettazioni pubblicate da Il Giornale

Naturalmente, Beppe Fiorello, registi, tecnici e attori della fiction su Riace che non andrà mai in onda, non c’entrano nulla e, probabilmente, non erano nemmeno al corrente della situazione. Ma le intercettazioni telefoniche pubblicate da Il Giornale, risalenti alla metà di luglio del 2017, sembrano inchiodare Mimmo Lucano alle sue responsabilità.

“Casa Lucia era stata adeguata alle esigenze di Fiorello”, riportano gli inquirenti dopo aver ascoltato Lucano discutere con la sua collaboratrice Chiara Sasso. Ma quella casa, aggiungono gli investigatori, anche se “formalmente assegnata ai profughi”, era invece stata “illecitamente data al personale del film”. Nelle imbarazzanti intercettazioni si sente, infatti, la voce preoccupata di Lucano mentre discute con operai, piastrellisti e tecnici vari per assicurarsi che Fiorello potesse godere di tutti i comfort. Sospetti poi confermati dagli interrogatori effettuati nel 2018, dai quali sarebbe anche emerso il duo Lucano-Fiorello sarebbe andato addirittura a visitare la casa destinata all’attore per assicurarsi personalmente del buon esito della ristrutturazione.