Tensione ancora alta tra i due leader di governo. Lo stallo sui nodi irrisolti (in particolare autonomia e Tav) sta alimentando un clima incandescente. I due vice premier sono ai ferri corti e non ne fanno mistero; ieri il ministro del lavoro Luigi Di Maio a Cosenza, si è sfogato dicendo: "Dobbiamo sederci ad un tavolo e trovare un accordo io, Conte e quell'altro là". Salvini, ovviamente, non ha digerito l'appellativo e ha alimentato la polemica.

'Io, Conte e quell'altro là'

Ieri, il ministro Luigi Di Maio ha incontrato a porte chiuse gli attivisti del M5S in Calabria.

Durante il suo intervento (riportato dal portale Cnews24) il vicepremier, stanco di subire "l'insopportabile atteggiamento della Lega" si è sfogato spiegando che, dopo le scorse elezioni, i pentastellati non hanno avuto altra alternativa: "O si andava all'opposizione o si provava a portare a casa il più possibile nonostante le peggiori condizioni". Quindi ha precisato: "Tutte le volte che si deve approvare un provvedimento, in Consiglio dei Ministri o in Parlamento, dobbiamo sederci a un tavolo io, il premier Conte e quell'altro là e fare un accordo".

Poi ha aggiunto che in certe situazioni non si può pretendere perché si rischia non ottenere nulla. "Tu cerchi di avere il 100% ma sai che dovrai ridurre le aspettative al 70 o al massimo all'80 e quindi arrivi a domandarti se vale la pena approvare quell'80%.

Se siamo arrivati al punto di negoziare anche i nostri valori - ha concluso DI Maio - non va bene".

Verso la rottura?

"Quell'altro là" inequivocabilmente è Matteo Salvini che subito, a fonti a lui vicine ha replicato: "MI chiamo Matteo, non sono quell'altro. Posso anche non stare simpatico, ma ho un nome". La tensione, dunque, rimane massima.

Basti pensare che, sempre ieri, , durante i funerali del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma, qualche giorno fa a Roma, Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno mantenuto le distanze e non si sono neppure stretti la mano.

I due vice premier non riescono a trovare un accordo praticamente su nulla e, secondo molti, il leader della Lega sarebbe pronto a rompere fin da subito con i Cinquestelle (e tornare, quindi alle urne in ottobre).

Per questo, forse, il ministro dell'Interno ha ormai aperto un "gioco del cerino" con Di Maio. Il M5S, però, reduce da una recente sconfitta alle Europee, non sembra intenzionato a "dare sponda" al Carroccio per una crisi. Inoltre, qualora Salvini tentasse la rottura, i pentastellati sarebbero pronti a puntare il dito contro un "vicepremier irresponsabile, capace solo di pensare al suo personale tornaconto" e che, tra l'altro, non ha saputo trovare la strada per fare la Flat tax. Ma non solo: Di Maio e soci non mancheranno di sottolineare che il ministro Salvini, pur di non passare il taglio dei parlamentari, ha preferito far cadere il governo.