Sul caso Sea Watch interviene anche l’ex Ministro dell’Interno marco minniti. Il precedessore di Matteo Salvini al Viminale, figura di punta ma molto discussa all’interno del Pd, proprio a causa delle sue politiche migratorie, considerate addirittura di stampo fascista da alcuni compagni, decide di rilasciare un’intervista al quotidiano La Stampa per spiegare il suo punto di vista sulla vicenda. Incalzato dal cronista Fabio Martini, Minniti non risparmia critiche durissime al leader della Lega, ma se la prende anche, ed in modo severo, con l’Europa che, anche nel caso della Sea Watch 3 e dell’arresto di Carola Rackete, si è rivelata incapace di trovare una soluzione.

Comunque sia, errori di Salvini a parte, il politico calabrese ritiene che l’alternativa alla chiusura dei porti non possa certo essere la parola d’ordine “accogliamoli tutti”.

L’intervista di Marco Minniti a La Stampa: il governo pratica ‘strategia della tensione’

Di fronte alle domande del placido e signorile giornalista Fabio Martini de La Stampa, l’ex titolare del Viminale in quota Pd, Marco Minniti, dimostra di essere, come spesso gli capita di fronte a telecamere e taccuini, molto sicuro di sé. Martini lo presenta come un politico che una parte della sinistra considera essere un “uomo nero”, proprio a causa del fatto di essere riuscito a ridurre del 78% gli sbarchi dei migranti fino alla metà del 2018, quando ricopriva il ruolo di Ministro dell’Interno nel governo Gentiloni.

A differenza di Matteo Salvini, però, Minniti non ha chiuso porti e aveva persino trovato un accordo con le Ong, anche se non con tutte. Secondo il suo punto di vista l’attuale governo non ha alcuna intenzione di “governare” l’immigrazione, ma solo di “cavalcarla” in quanto “emergenza continua”. Insomma, una sorta di “strategia della tensione comunicativa”, quella praticata dai gialloverdi, anche nel caso Sea Watch.

Per Minniti, infatti, oggi non esiste alcuna “emergenza” migranti, ma la sensazione inoculata dal governo nei cittadini è che ci troviamo difronte ad una “drammatica invasione”.

Minniti d’accordo con Papa Francesco: ‘Accoglienza ha limite nella capacità di integrazione’

Detto ciò, Marco Minniti ci tiene però a precisare che, nel caso Sea Watch, “le responsabilità non sono soltanto del governo italiano”, visto che l’Ue ha dimostrato di essere una “piccola Europa”, incapace di fare fronte all’arrivo di soli 42 migranti.

L’ex inquilino del Viminale ricorda come, ai suoi tempi, ci fosse una stretta collaborazione tra Bruxelles e l’Italia, mentre oggi “siamo drammaticamente tornati indietro”. Insomma, ecco il colpo di scena, Minniti dà ragione a papa Francesco, secondo il quale “l’accoglienza ha un limite oggettivo nella capacità di integrazione”, e dichiara senza peli sulla lingua che “l’alternativa ai nazional populisti” come Matteo Salvini “non può essere accogliamoli tutti”.