Il tema della Sea Watch e dell’avvenuto attracco nel porto di Lampedusa da parte della capitana Carola Rackete è ancora al centro del dibattito politico e televisivo. Nell’ultima puntata di Quarta Repubblica, il talk show di Rete 4 condotto da Nicola Porro, in onda tutti i lunedì sera, a fronteggiarsi sullo scottante argomento c’erano due squadre. Da una parte i sostenitori dell’opera delle Ong, ovvero il parlamentare di Più Europa Riccardo Magi e il giornalista Piero Sansonetti. Dall’altra, i critici della Rackete e degli umanitari, rappresentati da altri due giornalisti: il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti e Daniele Capezzone.
Dibattito ovviamente infuocato che è esploso quando Sansonetti ha adombrato il sospetto che, a Lampedusa, a commettere un reato siano stati gli uomini in divisa della gdf e non certo la capitana della Sea Watch 3.
Quarta Repubblica: i sospetti di Magi sulla manovra della GdF
Nel rovente studio di Quarta Repubblica la capitana tedesca Carola Rackete riesce ancora ad accendere gli animi dei presenti. Il conduttore Porro manda in onda alcuni servizi attraverso i quali si cerca di ricostruire la vicenda che ha avuto come protagonista la nave Sea Watch 3. Ma i punti di vista degli ospiti restano comunque inconciliabili. Il primo a prendere la parola è Riccardo Magi, uno dei ‘magnifici 5’ parlamentari saliti a bordo della Sea Watch 3 (gli altri sono Davide Faraone, Matteo Orfini, Graziano Delrio del Pd e Nicola Fratoianni di Sinistra italiana).
Magi racconta di aver assistito personalmente e con stupore alla manovra, secondo lui azzardata, della motovedetta della GdF, che si è infilata tra la banchina del porto di Lampedusa e la Sea Watch per impedirne l’attracco. Insomma, per il parlamentare boniniano la Rackete non avrebbe commesso alcun errore di manovra e tanto meno reati.
L’intervento di Piero Sansonetti contro la Guardia di Finanza
A rafforzare la teoria di Magi ci prova Piero Sansonetti. “Per prima cosa bisognerebbe aspettare che vengano fatti tutti gli accertamenti, che gli imputati il 90% delle volte sono innocenti - mette subito le mani avanti il direttore de Il Dubbio - Intanto Carola Rackete sta in galera.
Ma lasciamo stare questo. Anche i giuristi e gli esperti sono molto divisi. Io vi cito un articolo del codice penale, il 54, che dice che nel caso in cui è in atto un’operazione di soccorso non esiste responsabilità penale, il soggetto non è punibile. Esiste una convenzione, che è quella di Amburgo, che dice che il soccorso si conclude con lo sbarco dei naufraghi. Io avanzo l’ipotesi - ecco la sparata contro i militari italiani - io sospetto che ci sia un reato anche della Guardia di Finanza che ha interrotto il soccorso”. A quel punto un indignato Capezzone lo invita a non esagerare. “Non esageriamo ma c’è molto probabilmente un reato - ribatte per tutta risposta Sansonetti - Io ho citato un articolo del codice penale e una convenzione.
Raccontami quando è successo che la Marina americana ha attaccato i boat people che venivano dal Vietnam. Io stavo dalla parte dei boat people e sono stato spesso da quella dei pirati”. Un punto di vista che, oltre all’indignazione dell’ex Radicale, provoca la reazione furiosa di Sallusti. “Sansonetti è in mala fede - chiosa il direttore del quotidiano berlusconiano - da una parte ci sono lo Stato e la GdF, dall’altra una persona straniera che trasgredisce. Non li si può mettere sullo stesso piano”.