Sembra ormai inevitabile il taglio ai vitalizi per gli ex parlamentari. La Cassazione ha infatti bocciato il ricorso che Paolo Armaroli aveva presentato, dichiarandolo inammissibile. Il Vicepremier Luigi Di Maio esulta per questa decisione, annunciando che in questo modo saranno risparmiati ben 280 milioni per ogni legislatura. Armaroli però non demorde, e annuncia che continuerà la propria battaglia per cancellare questi tagli.

Cassazione: inammissibile il ricorso contro i tagli dei vitalizi

Notoriamente una delle principali battaglie che il Movimento 5 Stelle portò in parlamento fu quella del taglio ai vitalizi.

Una volta al governo si è dunque passati ai fatti e si è attuata questa decisione. A quel punto molti ex parlamentari hanno visto un taglio rilevante delle proprie entrate, e hanno affermato che si trattava di un'ingiustizia. Molti di loro, infatti, hanno visto la riduzione del proprio vitalizio quasi della metà.

In particolare il professor Paolo Armaroli, ex parlamentare, che vedeva il proprio vitalizio tagliato del 44,41%, aveva presentato un ricorso in cui chiedeva la cancellazione di questa decisione. Ora è arrivata però la risposta della Cassazione che ha bocciato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. A detta di quest'ultima, infatti, simili controverse non possono che essere stabilite "dagli organi dell'autodichia", che devono garantire l'autonomia del Parlamento.

Per il momento, dunque, si va avanti con i tagli, anche se la questione non è ancora così conclusa come potrebbe sembrare.

Esulta Di Maio, ma Armaroli promette ancora battaglia

Tramite Facebook, il Vicepremier Luigi Di Maio ha esultato con forza, annunciando: "Oggi è arrivata una bellissima notizia: la Cassazione ha bocciato il ricorso!" Spiega quindi che con questa decisione, tra Camera e Senato, si andranno a risparmiare ben 280 milioni per ogni legislatura.

Questi soldi torneranno perciò nelle casse dello stato e potranno essere utilizzati per altri scopi "a favore degli italiani".

Armaroli però non demorde, e all'Agi dichiara di voler comunque vedere il bicchiere mezzo pieno. A suo parere, infatti, la decisione non è comunque del tutto negativa, e offre spazi per ulteriori manovre.

In particolare lui aveva chiesto che venisse dichiarata la sussistenza della giurisdizione del giudice ordinario o, in subordine, di quello amministrativo. L'annuncio odierno della Cassazione stabilisce comunque la possibilità di poter arrivare con il tema sino alla Corte Costituzionale. E per questo si dice fiducioso, e garantisce di proseguire la sua battaglia. Conclude annunciando: "andremo avanti".