Un ennesimo rinvio. Altra fumata nera. Anche nella giornata di ieri il governo non è riuscito a giungere ad un'intesa sull'autonomia regionale differenziata. Il vertice di Palazzo Chigi si è concluso dopo tre ore e mezza con un altro rinvio: la prossima riunione si terrà giovedì 11 luglio alle ore 8.30. Dal fronte Movimento 5 Stelle ci sarebbero ancora troppe perplessità: non si è riusciti a trovare un accordo sul costo medio, sul Vas, sulla parte finanziaria ma non solo.

Tanti nodi da sbrogliare anche su Sovraintendenze, ferrovie, autostrade, scuole e porti.

Mercoledì scorso, 3 luglio, c'era già stato un rinvio e la proroga avrebbe indispettito, non poco, i vari governatori delle regioni implicate. Il governo era riuscito a trovare un accordo riguardante l'impianto finanziario tra Stato e regioni, ma la parte relativa alle specifiche competenze era stata rinviata alla seduta di ieri.

Autonomia regionale di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, ma soprattutto decreto sicurezza bis al centro del vertice di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi con Premier, vice-premier ed altri ministri: sono stati questi i temi sul tavolo e su entrambi non sono di certo mancate le tensioni nella maggioranza.

La questione migranti ha, infatti, modificato l'ordine del giorno della riunione di governo: Salvini ha intenzione di portare a casa entro luglio il "Decreto Sicurezza bis", attualizzandolo con degli emendamenti targati Lega che inaspriscano le pene e le multe per chi entrerà nelle acque italiane senza permesso (chiaro riferimento alle Ong), ma teme imboscate da parte del Movimento 5 Stelle e non è un caso la tensione sempre più alta tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini ed il ministro della difesa Trenta, accusata dal leader della Lega di non aver provveduto a difendere i confini.

Autonomie regionali e non solo

Scintille anche sul tema delle autonomie regionali: su questo provvedimento la Lega punta ad affrettare i tempi, viceversa il Movimento 5 Stelle avanza delle perplessità. Il piede della Lega preme l'acceleratore su tanti fronti compresa la Flat Tax. Si studia un piano per applicare la tassa piatta dal 2020 per i redditi fino ai 50.000 euro.

La richiesta di maggiore autonomia è stata avanzata, in realtà, da altre regioni d'Italia: in due si è svolto il referendum nel 2017, confermandone la richiesta (Veneto e Lombardia) e, oltre a queste, anche Emilia Romagna e Piemonte hanno proposto un'autonomia differenziata.