Bruno Vespa può senza dubbio essere considerato uno dei maggiori conoscitori storici della politica italiana. Pochi come lui hanno l'esperienza giornalistica per leggere le situazioni che, ciclicamente, si ripetono all'interno di tutto ciò che gravita attorno al Parlamento. C'è, oggi, particolare ansia di conoscere quello che sarà il futuro del governo formato da Lega e Movimento Cinque Stelle. Un esecutivo che, al momento, si regge su un filo sottilissimo rappresentato dal contratto che unisce due forze eterogenee che spesso finiscono per scontrarsi su temi su cui hanno posizioni radicalmente opposte.

L'autonomia delle regioni del Nord ne è un esempio. Il giornalista, in un suo editoriale pubblicato su diverse testate nazionali, prova a fare un quadro della situazione attuale e delle possibili evoluzioni.

Sulla scuola si può verificare la frattura definitiva

Alcune regioni del Nord, con il Veneto in testa, sognano un'autonomia differenziata che, di fatto, dia maggiori margini di manovra e di governabilità per le regioni su alcuni settori oggi nazionali: la sanità e la scuola in particolare. Proprio sull'istruzione non sembrano esserci i margini affinché il Movimento Cinque Stelle dia il via libera ad una riforma agognata dalla Lega e dal suo elettorato. Nel suo editoriale, pubblicato tra gli altri da Quotidiano.net e Il Mattino, Bruno Vespa focalizza proprio su questo punto il possibile terreno di irreparabile discordia tra le parti.

Non a caso parla di "terreno delicato e scivoloso", evidenziando come la Lega, dopo averlo fatto sulla Tav, non potrà indietreggiare su un altro punto chiave del proprio programma. Perciò Vespa, sottolineando che un eventuale accordo sarebbe addirittura paragonabile al miracolo di Cana di Gesù, rivela che, adesso, bisognerà trasformare l'acqua in vino.

"Al tavolo della maggioranza - scrive Vespa - il vino è finito dal 26 maggio, quando il 32% a 17% per il Movimento 5 Stelle del 4 marzo 2018 si è trasformato in un 34% a 17% per la Lega..

Salvini non vuole nuove elezioni? Vespa cerca di capire il perché

Salvini, secondo i sondaggi, ad oggi avrebbe in mano il primo partito in Italia per consensi.

Ci si chiede perché non faccia saltare il banco. Vespa, nel suo editoriale, pone in evidenza come ad oggi non si abbia la certezza che il Pd non appoggerebbe il Movimento Cinque Stelle in caso di caduta del governo. Sono due però i passaggi che fanno più effetto. Uno è quello relativo al Movimento Cinque Stelle dove, secondo quanto scritto dal conduttore di Porta a Porta, ci sarebbe una larga fetta di esponenti e parlamentari pronta ad allearsi con il Diavolo pur di non andare a casa. Le altre parole che lasciano il segno sono una rivelazione di ciò che si auspicherebbe oggi negli ambienti del Quirinale: secondo quanto mette in risalto il giornalista RAI, Mattarella mantiene una posizione di equilibrio, ma tra i suoi collaboratori ci sarebbe un preciso auspicio. "Tutti i suoi consiglieri - rivela Vespa - sognano un governo Pd-5 Stelle, come accadde già l’anno scorso prima della formazione del governo".