Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro, è sempre più solo. Il leader del Movimento Cinque Stelle non vuole perdere il suo ruolo da Vicepresidente del Consiglio, ma sembra non riuscire a trovare appoggio neppure tra i pentastellati. Persino Beppe Grillo lo ha ammonito dicendosi stanco per il continuo "tira e molla di posti e di punti", Oggi potrebbe svolgersi un nuovo incontro, tra Conte, Zingaretti e Di Maio per sciogliere la questione Vicepresidenza del Consiglio, mentre domani, martedì 3 settembre, gli iscritti del Movimento Cinquestelle saranno chiamati al voto sulla piattaforma Rousseau.

Luigi Di Maio non vuole cedere

Dario Franceschini, subito appoggiato dal segretario Pd Nicola Zingaretti, qualche giorno fa aveva proposto di eliminare, nel prossimo esecutivo, la figura del Vicepresidente del Consiglio, azzerando così eventuali appetiti sulle poltrone in gioco. Luigi Di Maio, spiazzato (e ben deciso a non lasciare la carica che ha ricoperto durante il Governo gialloverde), però non sembra disposto a cedere e si è asserragliato in un bunker dal quale non sembra più in grado di uscire. Far pressione sul Presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte e sui gruppi parlamentari infatti non sta portando i risultati sperati: Conte è intenzionato a cercare, a prescindere dalla conferma di Di Maio nell'esecutivo, un accordo soddisfacente con il Pd.

Un esponente di spicco dei CInque Stelle ha commentato: "Se Luigi perde la premiership è chiaro che perde tutto; dopo chi lo riconoscerebbe più come leader del Movimento?". Nelle chat interne, i pentastellati, tra insofferenza ed irritazione, stanno chiedendo al loro capo politico di fare un passo indietro: "Se ha incaricato Conte - sottolineano - lo lasci lavorare".

Anche Beppe Grillo è intervenuto ammonendo DI Maio e facendo riferimento a "punti che raddoppiano come alla Standa".

Il capo politico del M5S è solo. O quasi. L’unico che, anche in queste ore, lo sta difendendo pubblicamente è il senatore Gianluigi Paragone che ha già annunciato, qualora si formasse un Conte bis, di lasciare il Movimento Cinquestelle e forse anche il posto da senatore.

"Luigi non piace ai dem - ha spiegato - perché sta difendendo ciò che avevamo fatto di buono nel precedente esecutivo. Deve rimanere centrale anche a Palazzo Chigi".

Il voto su Rousseau

Ieri, in tarda serata, è stato annunciato che martedì 3 settembre, dalle 9 alle 18, gli iscritti alla piattaforma Rousseau da almeno 6 mesi potranno esprimere la loro opinione sul governo M5S-Pd. La comunicazione, come da tradizione, è arrivata con un post pubblicato sul Blog delle Stelle. Il quesito riguarderà l'intesa con i dem. Infatti si chiederà se si è d'accordo sul fatto che i pentastellati facciano partire un Governo, insieme al Pd, presieduto da Giuseppe Conte.

Il voto sulla piattaforma Rousseau - che ricordiamo è gestita da Davide Casaleggio - solleva sempre critiche e polemiche.

Infatti il portale è stato sanzionato per ben due volte dal Garante della Privacy per via della vulnerabilità, della mancanza di trasparenza e per una tutela dei dati personali ritenuta insufficiente.