Sembra avvicinarsi sempre di più il traguardo per la trattativa in corso tra M5S e Pd allo scopo di formare un nuovo governo. Il Presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, è riuscito con il passare dei giorni a portare sulla stessa lunghezza d’onda le due anime della futura alleanza giallorossa. Ma sulla strada dell’accordo tra pentastellati e dem ci sono ancora alcune mine da disinnescare. Quella più pericolosa è rappresentata dal capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, il quale ha provato ad alzare la posta imponendo al Pd i 20 punti del programma M5S e minacciando l’immediato ritorno alle urne in caso contrario.

Posizione di chiusura che non è piaciuta affatto al fondatore del Movimento, Beppe Grillo, ma nemmeno al direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, il quale ha definito “incomprensibile” l’ultimatum di Di Maio al Nazareno.

L’editoriale di Travaglio: ‘Salvini ha salvato il M5S facendosi esplodere da solo’

Marco Travaglio è visibilmente euforico per il buon esito, ormai dato quasi per certo, della trattativa di governo tra M5S e Pd. La sua emozione traspare anche dalle righe del suo ultimo editoriale, pubblicato sul Fatto Quotidiano domenica 1 settembre. Travaglio invita i suoi lettori a riflettere sul fatto che gli ultimi sondaggi darebbero in forte risalita il Movimento. Tutto merito del cosiddetto ‘effetto Conte’ che starebbe regalando consensi ai pentastellati, drenandoli dal bacino elettorale della Lega di Matteo Salvini che li avrebbe “salvati facendosi esplodere da solo” e dando avvio alla crisi del governo gialloverde.

Mille volte meglio il governo Conte 2 che le elezioni per il M5S, dunque, sostiene il giornalista. Il riferimento è alle parole pronunciate poche ore prima da Luigi Di Maio, il quale aveva minacciato l’immediato ricorso alle urne in caso di mancato accordo con il Pd su tutti i 20 punti del programma a 5 Stelle.

Marco Travaglio accusa Luigi Di Maio: ‘Sbaglia di grosso travestendosi da Salvini’

Un atteggiamento di chiusura, quello del capo politico del M5S, che non è piaciuto per niente a Travaglio. Anche se Di Maio, ammette, era partito bene nella trattativa col Pd, imponendo il nome di Conte come Premier alla faccia del veto opposto dal Nazareno.

Ma ora che per il governo Conte 2 è quasi fatta, si chiede polemicamente, “che altro va cercando Di Maio?”. Una domanda retorica riferita a quello che anche da Travaglio è stato interpretato come un “ultimatum” al Pd che avrebbe “creato inutili tensioni” ed è assolutamente “incomprensibile”. Certo, ammette il direttore del Fatto, è necessario che Di Maio “mostri i muscoli agli iscritti titubanti di Rousseau”. Ma è altrettanto vero che il capo del M5S “sbaglia di grosso” se “spera di recuperare peso e voti travestendosi da Salvini”. Insomma, inutile competere con il capitano leghista nelle “gare di rutti” di cui si è dimostrato uno specialista.