Enrico Letta, tornato recentemente nel Pd, ripropone una sua idea di un paio di anni fa, con la quale chiedeva una riforma della Costituzione che valorizzasse e rappresentasse le urgenze e le sensibilità dei giovani, garantendo loro il voto a partire dai 16 anni. Nell’intervista rilasciata a Repubblica, l’ex Premier sottolinea come sia urgente che i ragazzi, così attivi nelle piazze e nei dibattiti, siano maggiormente rappresentati nelle istituzioni dello Stato. Non ultime le mobilitazioni recenti a sostegno di una Politica 'green', che hanno visto migliaia di giovani coinvolti in un processo di riflessioni, dibattiti ed approfondimenti sociali e politici propulsivi di un’indubbia crescita civile e culturale, dimostrando come l’entusiasmo dei ragazzi possa imprimere al mondo politico una sterzata positivamente coraggiosa.

Si al proporzionale, no al maggioritario

Enrico Letta, attualmente presidente dell’Istituto di studi politici di Parigi, sottolinea inoltre la necessità che tutte le minoranze siano rappresentate in Parlamento, quindi boccia il maggioritario e sostiene il proporzionale, l’unica soluzione che può garantire una corretta rappresentatività di tutte le componenti della società.

Anche il M5S si muove sul voto a 16 anni

Nel marzo di quest’anno il senatore Corbetta (M5S) ha presentato un disegno di legge per anticipare l’età minima per recarsi alle urne, nello specifico la proposta del senatore pentastellato prevede il voto dagli attuali 18 anni a 16 per la Camera e da 25 anni a 18 per il Senato. Oggi, inoltre, anche il capo politico pentastellato Luigi Di Maio è intervenuto sulla questione.

Il senatore Mario Monti reclama una politica per i giovani a 360 gradi

“Mi sembra leggermente demagogico cavarsela dicendo che dobbiamo mettere di più i giovani al centro delle politiche quindi bisogna farli votare - sostiene invece Mario Monti - bisogna fare politiche youth-friendly più che dare loro il contentino del voto e continuare a fare politiche che li sfavoriscono”.

I giovani, ricorda il senatore, crescono “sotto due ipoteche: quella ecologico-ambientale, che vale dappertutto, e quella del debito, che vale per alcuni Paesi. Per questo serve inventarsi una Greta del debito pubblico”.

Voto a 16 anni nel mondo

Il voto a 16 anni è permesso in molti paesi del Sud America, mentre in Europa è previsto solo in Austria.

In Italia la proposta vorrebbe anche bilanciare la disparità rappresentativa tra under 18 e anziani, quest’ultimi in numero sempre più crescente. Viene da chiedersi se i giovani sensibilizzati, uditi e ammirati nelle piazze in questi giorni siano garanzia di una preparazione e coscienza politica generalizzabile ai loro coetanei. D’altro canto, la certezza che gli adulti siano politicamente sensibili in quanto adulti lascia qualche dubbio, a volte pesantemente imbarazzante.