Il vice Presidente del Senato Roberto Calderoli aveva annunciato che, passando all'opposizione, la Lega sarebbe stata durissima con la nuova maggioranza. E al momento non sembra avere disatteso le promesse. Dopo aver annunciato ostruzionismo in seno alle Commissioni parlamentari, molte delle quali sono ancora presiedute da esponenti del Carroccio, proprio nelle scorse ore il senatore ha presentato in Cassazione un quesito referendario che chiederebbe ai cittadini di esprimersi sulla possibilità di abolire la quota proporzionale dell'attuale sistema elettorale parlamentare definito 'Rosatellum'.

Nel caso in cui l'espressione popolare assecondasse il progetto leghista, secondo quanto detto dal senatore, tutto ciò potrebbe, di fatto, mettere in crisi l'esecutivo, il quale a suo avviso su questo tema avrebbe delle idee diverse al proprio interno.

L'obiettivo concreto di questa proposta, che punta a un sistema elettorale maggioritario, pare essere essere quello di ostacolare in ottica futura i veti posti dai cosiddetti piccoli partiti.

Calderoli è sicuro di vincere

Roberto Calderoli si è presentato in Cassazione con una delegazioni di consiglieri regionali provenienti da Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Abruzzo, Liguria e Basilicata. Ha già ribattezzato il nuovo ed eventuale sistema elettorale come "Popolarellum" che trarrebbe ispirazione da quello che è il sistema anglossasone, ovvero a un maggioritario puro. Il nome nascerebbe dal fatto che, eventualmente, le Camere elette con tale sistema sarebbero espressione dalla volontà popolare e, secondo Calderoli, si porrebbe come obiettivo quello di far andare a governare semplicemente chi vince le elezioni.

"Si tornerebbe - ha detto Calderoli, secondo quanto riportato da Rai News - al bipolarismo o al tripolarismo".

Per Calderoli il governo non riuscirebbe ad intervenire in tempo

Forte, probabilmente, di quello sembra essere l'ampio consenso di cui godrebbe la Lega secondo i recenti sondaggi elettorali, Calderoli si è detto anche particolarmente ottimista qualora il referendum diventasse realtà.

"Sono sicuro - ha dichiarato - che stravinceremo".

E qualora il governo intendesse opporsi, secondo il senatore leghista: "Tornerebbero i forconi per le strade e questa volta non sarebbero solo per l'agricoltura", manifestando anche un certo scetticismo rispetto alla possibilità che, eventualmente, l'esecutivo possa riuscire a intervenire sulla questione entro i tre mesi previsti dalle norme: "Non ce la farà, è fantascienza". Adesso non resta che attendere di capire quali saranno le evoluzioni della vicenda.