Stavolta Diego Fusaro non si accontenta di scegliersi un solo obiettivo, ma ne prende di mira ben tre. Si tratta dello Chef Rubio, del rampollo di casa Agnelli Lapo Elkann e dell’architetto Massimiliano Fuksas. Ma che cosa hanno in comune questi tre personaggi all’apparenza molto distanti tra loro? Secondo il filosofo sovranista di formazione marxiana non ci sono dubbi: la volontà di favorire con i loro interventi l’immigrazione di massa di stranieri, in modo tale da rendere gli italiani come loro. Ovvero molto più poveri, visto che lo scopo del tanto biasimato “turbocapitalismo” sarebbe proprio quello di abbassare il costo del lavoro in Europa attraverso l’immissione di milioni di migranti disposti a lavorare anche in cambio di salari da fame.
E il trio formato da Rubio, Elkann e Fuksas difenderebbe, più o meno consapevolmente, gli interessi della classe neoliberista dominante.
Diego Fusaro se la prende con Lapo Elkann
Per Diego Fusaro puntare il dito contro tre personaggi non certo amatissimi dal grande pubblico, soprattutto social, come Chef Rubio, Lapo Elkann e Massimiliano Fuksas, deve essere sembrato un po’ come sparare sulla croce rossa. Secondo il filosofo, il loro scopo sarebbe quello di “rendere gli italiani come i migranti”. Fusaro non risparmia epiteti sarcastici nei confronti dei tre protagonisti della sua invettiva pubblicata sul quotidiano online affaritaliani.it. Rubio viene bollato come “cuoco mondialista”, Fuksas etichettato come “architetto no border” e Lapo, infine, inquadrato ironicamente come “imprenditore che si è fatto da sé”.
Ed è proprio quest’ultimo a meritarsi l’attenzione di Fusaro, visto che recentemente si è recato a Lampedusa per i funerali delle vittime dell’ennesimo naufragio di disperati. “Non mi piace la parola migranti - ha dichiarato Elkann - mi sembra denigratoria e non rispettosa. Mi piace la parola nuovi italiani”. Una frase che a Fusaro suona come un “programma politico”.
Fusaro contro gli ‘architetti cinici del turbocapitalismo’
Diego Fusaro motiva il suo pensiero sui migranti spiegando che, a suo modo di vedere, il vero “obiettivo del turbocapitalismo” e di quelli che vengono descritti come i suoi “architetti cinici” come Rubio, Fuksas e Lapo, è quello di “rendere gli italiani come i migranti”.
La loro tecnica è semplice: “Fingere di accogliere ed integrare”. Mentre il loro vero obiettivo resta solo quello di “abbassare salari e condizioni di lavoro”. Insomma, i tre protagonisti della sua riflessione non rappresenterebbero altro che una “armata Brancaleone di globalisti arcobalenici, spregiatori dei popoli”. In conclusione, Fusaro mette in guardia sul fatto che “dietro la policromia cool dell’arcobaleno”, rappresentata anche da Chef Rubio, Massimiliano Fuksas e Lapo Elkann, “si nasconde il grigio del nichilismo della civiltà dei consumi”.