Quella che, per qualche ora, è stata un'indiscrezione di Natale, si è rivelata una notizia fondata. Il Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ha rassegnato le proprie dimissioni. Sebbene la cosa sia emersa il 25 dicembre, la lettera indirizzata al Presidente del Consiglio è stata inviata della serata del 23. A confermarlo è stato lui stesso in un lungo post apparso sulla sua pagina Facebook in cui ha dato una spiegazione alla sua decisione. Alla base ci sarebbero alcune scelte relative alla legge di Bilancio che non ha dato al suo ministero le risorse che Fioramonti considerava la 'conditio sine qua non' per proseguire nel suo lavoro.

Sulla vicenda si è espresso, tra gli altri, il filosofo Diego Fusaro. Quest'ultimo ha inteso porre l'accento maggiormente sui motivi che hanno portato alle dimissioni, sottolineando come i mancati investimenti nella formazione culturale dei giovani sarebbero, a suo avviso, uno strumento per tenere il popolo ignorante e favorire ciò che lui definisce il potere.

Fioramonti aveva anticipato queste intenzioni

Qualche mese fa Fioramonti aveva dichiarato che, per svolgere il suo lavoro, si sarebbe aspettato tre miliardi di euro di investimento sulla Scuola. Un orizzonte tracciato, ma non seguito dal governo. Ed è proprio nei confronti dell'esecutivo che si possono leggere parole che permettono di percepire i motivi della sua decisione.

"La verità, però, è che - ha scritto il dimissionario Ministro - sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella linea di galleggiamento finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi".

Fioramonti che comunque sottolineato che, indipendentemente dalle sue dimissioni, questo governo potrà ancora fare bene per l'Italia. "Il mio impegno - ha evidenziato - per la scuola e per le giovani generazioni non si ferma qui, ma continuerà - ancora più forte - come parlamentare della Repubblica Italiana.

Diego Fusaro mette in risalto i pochi fondi all'Istruzione

Fusaro attacca la scelta di non dare fondi all'Istruzione. Più che sulle dimissioni di Lorenzo Fioramonti, Diego Fusaro punta il dito sui motivi che hanno spinto il diretto interessato a dimettersi. Il riferimento va al fatto che la Scuola e l'Istruzione, con la Legge di Bilancio 2020, non avrebbero ricevuto investimenti tesi ad assicurargli un sostegno adeguato. Una scelta che, secondo il filosofo, va stigmatizzata. "Il solo dato degno di nota - ha scritto Fusaro su Twitter - è che l'istruzione è costantemente definanziarizzata. Perché il potere vuole sudditi ignoranti, cioè schiavi ideali. Intanto i danari vanno alle banche sofferenti".